Teatro Sociale, luci accese e sottoscrizione: perché la cultura non deve spegnersi

MANTOVA Fa un certo effetto vedere il Teatro Sociale con le porte tutte aperte, spalancate, e il foyer illuminato di una luce azzurra quanto mai suggestiva. È merito dell’iniziativa “FACCIAMO LUCE SUL TEATRO!”, promossa dall’associazione U.N.I.T.A. (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo), a cui Mantova decide di rispondere vestendo a festa il teatro simbolo della città. È passato esattamente un anno da quando teatri e cinema sono stati chiusi per mano del governo, al fine di contrastare la pandemia da Covid-19, e con questa iniziativa si vuole sensibilizzare gli organi competenti affinché si riaccenda la luce, quindi l’attenzione, su questo comparto così importante per la dimensione culturale di tutti i cittadini.

Federica Restani, regista e attrice, nonché direttore artistico della compagnia stabile Ars Creazione e Spettacolo, parla di «attesa collettiva, per poter di nuovo entrare in contatto con il pubblico. Vogliamo tornare presto ad esibirci come prima, se non addirittura meglio. Questa esperienza ci deve servire per imparare che con il ritorno non può venir meno una collaborazione di tutti gli appartenenti al mondo dello spettacolo, per noi stessi, per il nostro pubblico e anche per la comunità».

Paolo Protti, presidente del Teatro Sociale e titolare del cinema-teatro Ariston, ricorda che questa iniziativa è «promossa proprio dagli “operatori” dello spettacolo, che rappresentano una categoria tutt’affatto particolare: non sono infatti dipendenti fissi, che lavorano l’intera annualità, ma bensì lavorano su programmi, su singoli spettacoli, e per questo risentono maggiormente della crisi del comparto». Protti, infine, ipotizza «una programmazione, in sicurezza, della ripartenza dalla seconda metà di aprile, come fase di rodaggio, per poi ritrovarsi a pieno regime a partire dal mese di settembre».

Fiorenza Bonamenti, direttore artistico del Teatro Minimo, non nasconde il suo sgomento ogni volta che si ritrova ad entrare in teatro, che è solitamente luogo vivo e pulsante, e lo trova invece «buio e gelido da far mancare il respiro; cerco di andarci il meno possibile – solo se c’è bisogno di manutenzione – perché per me è diventata una situazione intollerabile. Davvero auspico che si possa riaprire quanto prima, con tutte le precauzioni del caso ed eventualmente contingentando le presenze, ma facendo finalmente rappresentazioni dal vivo».

Ultima testimonianza, quella del sindaco Mattia Palazzi, anch’egli presente a questa manifestazione pacifica, riporta la città di Mantova «come un punto di riferimento per la cultura nazionale, e il passato lo ha dimostrato; ma è giusto ribadire anche l’importanza della cultura stessa per la nostra città. Tuttavia ancora una volta sono i giovani, veri protagonisti di questo settore, ad essere i più penalizzati dalle misure di contenimento della pandemia: il blocco dei licenziamenti per loro non c’è stato in quanto non ha riguardato i contratti intermittenti che sono quelli maggiormente applicati nel settore culturale».