Esordio d’eccellenza al Sociale con Alexander Lonquich e l’Orchestra da Camera di Mantova

MANTOVA Esordio scintillante per la ventinovesima edizione di Tempo d’Orchestra, stagione concertistica prodotta dall’Orchestra da Camera di Mantova che domenica scorsa al Teatro Sociale ha proposto l’esecuzione integrale dei concerti per pianoforte e orchestra di Ludwig van Beethoven (1770-1827). Un’impresa notevole sia per quanto riguarda le esigenze tecniche e di coerenza interpretativa, sia dal punto di vista prettamente fisico in considerazione della dimensione temporale del programma, che ha avuto in Alexander Lonquich un punto di riferimento imprescindibile e l’autentico trascinatore. Nella duplice veste di solista e direttore, il prestigioso pianista tedesco che da oltre trent’anni collabora in eccellente sinergia con l’Orchestra da Camera di Mantova, ha affrontato questa esaltante maratona beethoveniana con la consueta solidissima preparazione, la splendida proprietà tecnica di cui dà prova in ogni occasione e un’invidiabile capacità di sostenere l’oneroso ruolo di solista fortemente sollecitato dalla complessità del programma e, contemporaneamente, la non meno impegnativa guida dell’orchestra. Suddiviso opportunamente in due parti, il programma ha riservato al pomeriggio l’esecuzione in ordine cronologico dei primi tre concerti per pianoforte e orchestra scritti da Beethoven, iniziando dal n. 2 in si bem. magg. op. 19, il primo ad essere composto, ma pubblicato successivamente al n.1 in do magg. op. 15. Dopo queste due opere giovanili che presentano tracce dell’influenza di grandi maestri come Haydn e Mozart, a completare la prima parte dell’integrale, Lonquich e l’Ocm hanno dato vita a una brillantissima interpretazione del Concerto n. 3 in do min. op. 37 che rappresenta il momento di definitiva affermazione dell’impronta personale del genio beethoveniano. L’appuntamento serale è stato riservato ai due Concerti conclusivi del ciclo, opere altamente rappresentative della piena maturità di Beethoven. Non basteranno mai le espressioni per descrivere il valore artistico e la bellezza inossidabile del Concerto n. 4 in sol magg. op. 58 e dell’ancora più noto n. 5 “Imperatore” in mi bem. op. 73 che sono effettivamente pietre miliari della storia della musica romantica. E occasioni come questa, prodotta da Oficina Ocm, hanno il grande merito di offrirne una visione organica, di altissima qualità tecnica e avvincente forza comunicativa. Per Alexander Lonquich e l’Ocm si è trattato di una prova di forza e maturità superata con grande slancio emotivo e dell’ennesima conferma di un sodalizio che da sempre regala agli appassionati cultori della musica da camera momenti di eccezionale piacere e di ampliamento della conoscenza. Da sottolineare l’autentico tour de force per l’Ocm e per Alexander Lonquich, appena arrivato da Helsinki, tra prove ravvicinate, concerto al Sociale e, il giorno successivo, ancora con l’integrale a Ferrara. Generoso come sempre, Lonquich ha aggiunto al programma la ripetizione dell’Allegro dal Concerto n. 1, opportunità preziosa per riconoscere in questa pagina pur giovanile la straordinaria genialità emergente, la fervida fantasia e l’impulso innovativo di Beethoven. Giustamente entusiastica l’approvazione del pubblico del Sociale per i protagonisti di questa impresa, posta da Oficina Ocm a chiusura della rassegna “Da Isabella a Ludwig – La via della musica”: una via evidentemente lastricata di meraviglie. (gmp)