MANTOVA La storia di una grande famiglia, i Kennedy, e quella di una piccola famiglia americana, i Taylor, per alcuni versi s’intrecciano nel romanzo di Benjamin Taylor, “Il clamore in casa nostra”, e presentato ieri pomeriggio in Santa Barbara. L’assassinio del presidente John Kennedy, avvenuto il 22 novembre 1963, ha sicuramente inferto un duro colpo a quelle che erano le speranze di un popolo che in quegli anni stava puntando alla realizzazione di un sogno. Ed è stato vissuto da un bambino, quale appunto il noto autore americano, tra la consapevolezza che la storia sarebbe cambiata e la speranza di poterla comunque vivere da protagonista. Non a caso nel botta e risposta con Gabriele Romagnoli sottolinea di sentirsi sempre più orgoglioso e fortunato di aver vissuto in quel particolare periodo del secolo scorso. Parlando del suo libro, Taylor, soprattutto stimolato anche dai quesiti posti dal suo interlocutore, ha sottolineato come arrivato a questo punto della vita abbia sentito la necessità di rivolgere la propria attenzione alla memoria. Inoltre ha fatto notare come il suo impegno letterario l’abbia portato a cercare nei modi più disparati di collocare la fantasia ai bordi del suo raccontare per consentire al lettore di comprendere che ciò che stava raccontando era ed è la realtà. (P. Biondo)