“Contratto peggiorativo”, sciopero a Villa Carpaneda

RODIGO – Proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori della Rsa Villa Carpaneda di Rodigo: lo hanno annunciano le organizzazioni sindacali dopo il tentativo bonario di conciliazione di ieri mattina, che a quanto pare non ha prodotto nessun passo avanti. «Si procederà alla richiesta di tentativo di raffreddamento alla Prefettura», annunciano i sindacati, rappresentati da Elena Giusti, Magda Tomasini e Najoua Chahramane per Fp Cgil, Rosanna Magnani per Cisl Fp Asse del Po, Flavio Rebecchi e Paola Biacca di Uil Fpl.
«Un atto necessario, quello dello stato di agitazione, visto l’atteggiamento della Cooperativa Med Services nei confronti dei dipendenti», hanno spiegato le parti sindacali.
La motivazione principale è riconducibile al cambio unilaterale del contratto collettivo, da Cooperative Sociali ad Aiop Rsa, senza nessuna comunicazione ai sindacati, e soltanto il giorno prima ai dipendenti del Gruppo Gheron (società accreditata per la gestione della Rsa), attraverso il portale del dipendente.
L’avvicendamento nell’applicazione del contratto collettivo, aveva premesso il legale rappresentante del Gruppo Gheron nella lettera dello scorso 8 febbraio, avverrebbe «senza pregiudizio posto che vi saranno comunque garantiti i livelli retributivi e l’anzianità di servizio».
La missiva terminava con la promessa di attivare per l’anno 2024 un percorso di welfare condiviso con le rappresentanze sindacali e a favore dei propri lavoratori tramite l’erogazione di flexible benefits e polizze assicurative.
«Un contratto peggiorativo a livello normativo – hanno replicato da Fp Cgil – ad esempio per quanto riguarda la fruizione dei periodi di maternità e di malattia, la maturazione permessi, oltre allo stacco fra i turni che diminuisce da 11 a 8 ore: è come tornare indietro di 30 anni. Inoltre si tratta del secondo cambio di tipologia di contratto dal 2016: dopo il subentro di Med Services, i dipendenti erano già passati da un contratto enti locali ad un contratto cooperative. E già in quell’occasione il cambio era stato meno vantaggioso per i dipendenti. Al cambio di contratto si aggiungono forti livelli di stress, con carichi di lavoro da oltre un anno al limite, per carenze di organico con piani di lavoro non aggiornati alle attuali condizioni numeriche e la mancata fruizione delle 4 settimane, al minimo, di ferie annue per il riposo psicofisico. Forte anche il turnover di dipendenti, e i tirocinanti non vogliono restare. Inammissibile che si faccia ancora economia sulla pelle dei lavoratori».
Non è la prima rsa dove i dipendenti si astengono dal lavoro e sempre per motivi contrattuali.