CASALMARO La sorpresa quando, ieri mattina verso le 9.30, i dipendenti della Golden Lady hanno aperto il cassone del grosso camion che era appena arrivato dallo stabilimento in Serbia: da dentro al rimorchio, carico di collant, pochi istanti dopo l’apertura, sono sbucati, quattro giovani esuli. I quali, evidentemente, avevano viaggiato dalla Serbia fino all’Italia e, per la precisione, lo stabilimento Golden a Casalmoro, in via Brescia.
Si tratta di quattro esuli: tre provenienti dall’Afghanistan e uno dal Pakistan. Uno dei tre afghani e il pakistano, a quanto pare, sono minorenni. Gli altri due afghani invece dovrebbero essere maggiorenni. Le autorità in questo momento stanno ancora vagliando i dati in proprio possesso e forniti dai quatto esuli stessi, tutti arrivati senza documenti di identità.
Non appena in azienda i dipendenti si sono accorti dei quattro esuli, si è messa in moto la macchina dei soccorsi così da poter offrire loro, per prima cosa, assistenza medico-sanitaria. Immediata la chiamata al 118 e ai carabinieri, giunti dalla stazione di Castel Goffredo e da alcune stazioni vicine. Prima di tutto i quattro giovani sono stati sottoposti agli accertamenti medici da un’ambulanza giunta sul posto: nonostante il lungo viaggio della speranza, sono arrivati in condizioni buone. Al momento i due esuli maggiorenni sono stati affidati ad una cooperativa del territorio (pare la cooperativa Santa Lucia di Asola), mentre i due minorenni ad una struttura cittadina.
Tutti i migranti, in collaborazione con la questura di Mantova, sono stati sottoposti a fotosegnalamento e sono stati affidati alle strutture di accoglienza. A tutti, ora che sono giunti sul territorio tialiano, è stato assegnato lo status di richiedenti asilo.
Stando a quanto è stato possibile ricostruire, i quattro sarebbero partiti addirittura otto o nove mesi fa dall’Afghanistan. In questo lunghissimo lasso di tempo avrebbero toccato diversi paesi tra Medioriente ed Europa, fino a giungere nei pressi della Serbia. Qui, di conseguenza, avrebbero deciso di imbarcarsi sul camion, di proprietà di una grossa società di trasporti che lavora per Golden Lady, per giungere in Italia. Il camion, alla cui guida si trovava un autotrasportatore serbo di circa 60 anni, è partito nella mattinata di mercoledì dallo stabilimento Golden Lady di Valjevo, in Serbia. Dopo diverse ore di viaggio l’autista, stando alle dichirazioni rese ieri mattina ai carabinieri, si sarebbe fermato nella prima serata di mercoledì in autogrill in Serbia per passare alcune ore della notte dormendo. Il camion sarebbe ripartito verso le 2 del mattino di giovedì (ieri l’altro). È possibile che i quattro esuli siano saliti a bordo del mezzo proprio durante le ore di fermata notturna nell’autogrill in Serbia.
È possibile che dietro al viaggio dei quattro ci sia qualche “aiutante”. Il cassone del camion, alla partenza dallo stabilimento di Valjevo, era infatti stato sigillato e il camionista non si sarebbe accorto di nulla. E, quando il mezzo pesante è arrivato alla dogana in Croazia, il sigillo apposto in Serbia appariva del tutto intatto. Non solo. La dogana croata sarebbe anche dotata di una sorta di scanner che rileva la presenza di calore all’interno dei mezzi. Proprio in questi giorni, però, tale scanner sarebbe fuori uso. Su tali aspetti potrebbero scattare alcune verifiche. Come potrebbero scattare alcune verifiche, anche se in modo marginale, pure nei confronti del camionista relativamente alle ore passate in viaggio e alle ore passate a riposo.
Nel frattempo i quattro richiedenti asilo per ora sarebbero dislocati tra Asola e Mantova.
Quattro esuli dalla Serbia a Casalmoro nel rimorchio
trovati in un camion destinato alla Golden Lady: un pakistano e tre afghani, due sono minorenni