MANTOVA Nell’undici anti-Trento, complice l’infortunio di Monachello, mister Corrent ha deciso di lanciare dal primo minuto Philip Yeboah. Il giovane attaccante, 20 anni il prossimo 27 settembre, al debutto da titolare nel calcio dei grandi, ha risposto con una prova gagliarda, che ha toccato il suo apice nella conquista del rigore decisivo per la vittoria del Mantova. Yeboah, tanto timido fuori dal campo quanto determinato col pallone tra i piedi, si gode con un pizzico di soddisfazione in più questi tre punti.
«Nel primo tempo – racconta – ho cercato di adattarmi prendendo le misure ai difensori avversari. Man mano che passavano i minuti mi sentivo sempre più a mio agio e sono contento di come sia andata la partita. Mi sono trovato bene con Mensah e, in generale, con tutti i miei compagni. Non sono riuscito a segnare, però ho guadagnato il rigore». Fino allo scorso anno Philip frequentava i campionati giovanili, inevitabile chiedergli come abbia vissuto il salto nel professionismo: «Le differenze ci sono e pure tante – ammette – . Là eravamo tutti giovani, quindi sullo stesso piano. Qui dobbiamo fare i conti con giocatori d’esperienza e non è semplice adattarsi. Prendiamo i difensori: qui menano! Io cerco di studiarli, per esempio in allenamento con Ingegneri… Solo che mena anche lui (ride, ndr)! Diciamo che il segreto per crescere è stare sempre sul pezzo e non staccare mai la spina». Un aiuto gli arriva da Corrent, che Yeboah ha già avuto nella Primavera del Verona. «L’ho ritrovato tale e quale – dice – . Non ha cambiato le sue idee nè il suo modo di rapportarsi con noi giocatori. Sta facendo un buon lavoro, e noi con lui».
Philip è nato in Ghana ma si può considerare un mantovano, visto che da una decina d’anni abita a Cerese ed è cresciuto nel Borgo Virgilio. «È così – conferma – . Qui ho tanti amici che ogni tanto mi vengono a trovare. Però il Martelli non l’avevo mai frequentato da tifoso. Nemmeno quando ero piccolo: il mio unico pensiero era allenarmi sul campo. Beh, ora che ci ho giocato, devo ammettere che questo stadio trasmette sensazioni uniche. Non è da tutti misurarsi in una piazza così carica di storia e io ne sono consapevole». Non resta che dare il massimo per riportare il Mantova un po’ più su in classifica: «Secondo me – conclude Yeboah – possiamo arrivare in alto, ma dobbiamo rimanere uniti e lottare. Quanto a me, voglio dare una mano alla società a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati. Manca solo il gol? Arriverà anche quello, senza assilli».