Mantova «Vestire la maglia azzurra ti responsabilizza. Significa che un allenatore pensa che tu possa rappresentare la Nazione in una competizione». Gaia Giacomoli, viadanese classe ’95, racconta la sua esperienza con l’Italia al Sei Nazioni di rugby femminile.
Quella delle azzurre è stata una cavalcata formidabile, conclusa con un secondo posto, alle spalle dell’Inghilterra, che è già nella storia. Fondamentale il successo nell’ultimo match contro la Francia. E tra le 15 azzurre c’era anche la rugbista mantovana.
All’eta di 7 anni, Gaia ha iniziato a giocare a Viadana con i maschi e ha continuato fino a 13 anni circa, prima di passare a Colorno, nella squadra femminile. Da lì una breve gavetta al fianco delle ragazze più grandi, per imparare in fretta a diventare una campionessa. Ora è un punto fermo del Colorno e della Nazionale di Andrea Di Giandomenico. Una carriera già importante, costruita con la cura dei particolari e facendo tanti sacrifici. Durante il giorno, il lavoro nella Casa di riposo a Viadana come fisioterapista; alla sera, in campo per preparare la partita della domenica e sognare lo scudetto. Una crescita repentina fino al Sei Nazioni.
«È stata una grande emozione – racconta – , specialmente contro la Francia. Quella vittoria è stata fondamentale per arrivare secondi, anche se dovevano combaciare altri risultati. Prima della partita avevo sensazioni davvero positive. Sul volto delle mie compagne trasparivano fiducia e sicurezza». Un successo cercato: «Prima del Sei Nazioni, l’obiettivo era ridurre gli errori tecnici e puntare ad una crescita generale di squadra. La verità è che ci abbiamo creduto fino alla fine. Peccato per la sconfitta con l’Inghilterra. Lo ammetto: eravamo rassegnate già in partenza». Ma qual è stata la partita più bella? «Quella vinta contro l’Irlanda. Giocavo praticamente in casa. Eravamo al Lanfranchi a Parma e la partita fu organizzata dal Rugby Colorno. C’era tutto il club a guardare il match. Al Colorno devo tutto».
Chissà che ora la Federazione possa avere un occhio di riguardo per la palla ovale femminile: «Sarebbe bello che ci fosse un’attenzione maggiore. Ma sono sicura che Maria Cristina Tonna ed Erica Morra, le nostre dirigenti, faranno un bel lavoro. E poi qui a Mantova il movimento è in espansione. Chissà, magari anche a Viadana ci sarà una squadra femminile». Intanto le donne del rugby, come quelle del calcio, si stanno prendendo la rivincita sui maschietti a suon di successi: «È vero, sia nel rugby che nel calcio ci stiamo facendo valere. E perché lo sport femminile non può essere bello e seguito tanto quanto quello maschile? La pallavolo ne è un esempio». Qualcuno, nel frattempo, vuole l’Italia fuori dal Sei Nazioni: «Solo perché la Nazionale maschile non vince? L’Under 20 sta facendo bene. Lo stesso noi donne. Io, invece, ne aggiungerei altre di squadre. Sarebbe ancora più bello». E ora caccia al secondo scudetto consecutivo con la maglia del Colorno. (tom)