Condannato in via definitiva a 11 anni l’assassino di via Bonomi

MANTOVA  Confermati gli undici anni, un mese e dieci giorni di reclusione comminati in secondo grado a carico del responsabile del delitto di via Bonomi. A stabilirlo, l’altro ieri, i giudici della Corte di Cassazione che, rigettando il ricorso difensivo presentato dall’avvocato Francesco Ruggenini avverso la sentenza d’appello, hanno quindi reso definitiva la condanna per omicidio volontario di Hiani Othman, 25enne marocchino senza fissa dimora, già beneficiario in seconda istanza di un lieve sconto di pena, pari a due mesi e venti giorni in meno, rispetto al verdetto emesso dal gup di Mantova a fine 2022.
Una diminuzione, dettata in tale circostanza dallo stralcio, ai sensi della cosiddetta “Riforma Cartabia”, di uno degli altri reati minori ascritti all’imputato in continuazione con la contestazione principale. Vale a dire una delle due fattispecie di furto a lui addebitate (nello specifico un borsello sottratto ad un operatore ecologico nei pressi di piazzale Don Leoni) e alla quale non era seguita la denuncia-querela da parte del derubato.
Per il resto era stata confermata la condanna circa altresì la detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti (38,5 grammi di hashish rinvenuti in suo possesso), il furto di uno smartphone rubato al Libenter bar di piazza Concordia nonché per aver fornito sul treno, durante il viaggio che da Villafranca di Verona lo aveva condotto a Mantova, false generalità al controllore. Un fatto di sangue quello afferente la morte di Zane Abdul Mobarik, il 21enne ghanese attinto da un fendente all’arma bianca la sera dell’11 ottobre 2021 e poi deceduto la mattina seguente all’ospedale Carlo Poma che fin da subito aveva posto gli inquirenti innanzi a un ampio ventaglio di ipotesi sul movente; oltre alla pista dell’aggressione a scopo di rapina sfociata poi in tragedia non era infatti stata altresì trascurata nemmeno quella di un regolamento di conti maturato negli ambienti dello spaccio di stupefacenti così come una lite scoppiata per la spartizione di un magro bottino, rappresentata nella fattispecie dal fantomatico telefonino e dal borsello, verosimilmente rubati poco prima in concorso da vittima e carnefice.
A stroncare la vita al richiedente asilo alloggiato a Macheno nel Bresciano, secondo quanto riscontrato all’esito dell’esame autoptico effettuato nelle sale mortuarie del nosocomio virgiliano, era stato un solo colpo, rivelatosi poi mortale, perpetrato con un punteruolo più che con un coltello inferto dal basso verso l’alto che aveva portato alla lacerazione di un polmone e del cuore. L’assassino, dopo una notte di latitanza, era stato invece individuato dai carabinieri del comando di via Chiassi, poco dopo l’alba a bordo di un convoglio in partenza dal capoluogo virgiliano e quindi sottoposto a fermo di indiziato di delitto.