“Notte rosa” in piazza Sordello: più di 2mila persone hanno fatto festa con Umberto Tozzi

MANTOVA Incantato da piazza Sordello («magnifica», ci ha confidato prima del concerto), Umberto Tozzi ha ricambiato con gli interessi l’ospitalità, incantando a sua volta gli oltre 2mila accorsi al suo live. E fu così che la notte mantovana divenne subito “rosa”, come la prima delle 24 bellissime canzoni regalate dall’artista torinese nel corso della serata. Una scaletta che definire azzeccata è poco, quella approntata da Tozzi: 50 anni di onorata carriera, mai abbastanza sottolineata in patria e invece celebrata a dovere all’estero. Ma il repertorio del “nostro” non teme lo sciocco snobismo di certa critica. A promuoverlo c’è il pubblico, e tanto basta. Dunque si parte con Notte Rosa, e non è un fuoco di paglia. In ottima forma nonostante qualche problema tecnico e sorretto da un’eccellente band con tanto di archi e fiati, il buon Umberto spara subito come secondo pezzo la leggendaria Ti amo che trasforma piazza Sordello in un gigantesco karaoke. Non male come inizio, illuminato dalle torce di centinaia di telefonini. Gli applausi proseguono quando ci si tuffa negli anni ’90 con Gli altri siamo noi, Equivocando e Gli innamorati. L’entusiasmo e le ugole si impennano quando partono le prime note di Si può dare di più, trionfatrice a Sanremo ’87 e canzone simbolo della Nazionale Cantanti (Tozzi è stato tra i fondatori). Non c’è bisogno di autotune o barre: a trionfare è la melodia che rende queste canzoni riconoscibili e apprezzate a decenni di distanza, e chissà se lo stesso privilegio toccherà ai contemporanei. Con Gente di mare si respira aria d’estate, con Io camminerò e Donna amante mia (quest’ultima con arrangiamento meraviglioso) dilaga il romanticismo. Sono le prime hit di Tozzi, quelle che l’hanno fatto conoscere al grande pubblico grazie alla spinta determinante del suo mentore Giancarlo Bigazzi. È la parte del concerto in cui Tozzi libera maggiormente la sua caratteristica voce, mentre nei brani precedenti aveva lasciato più spazio a coristi e pubblico. Vengono proposte anche due canzoni inedite, che faranno parte di un album di prossima uscita: Vento d’aprile e Torna a sognare. Il finale non ammette sbadigli: Il grido è il titolo di una canzone, ma anche sintesi perfetta dell’ultima parte dello show. Si canta e si balla sulle note di Io muoio di te, Stella stai e Tu. È un crescendo vertiginoso, che non può tralasciare una delle canzoni italiane più conosciute al mondo, non a caso tenuta per il bis: Gloria. Umberto Tozzi si congeda così, in uno degli ultimi concerti della carriera (ha annunciato il ritiro per il 2025). Un congedo da fuoriclasse del pop.