De Marchi? Sempre dato frittelle a tutti

La bancarella del Te smentisce la campagna “razzista” del consigliere

MANTOVA «Secondo me c’è stato un fraintendimento». Una precisazione arrivata un po’ tardiva rispetto ai tempi del pandemonio in cui il consigliere comunale di Fratelli d’Italia  Luca de Marchi è stato coinvolto per l’iniziativa di offrire frittelle al luna park “solo ai bambini italiani”. Una offerta ritenuta discriminatoria e razzista, e tanto più censurabile in quanto indirizzata ai bambini. Ma a mettere un’attenuante è la stessa venditrice di frittelle (che ha chiesto di poter evitare il nome), la quale in ogni caso ha scritto personalmente a de Marchi un messaggiino su WhatsAp, con riferimento a esperienze – la stessa esperienza – che ormai si protrae da diversi anni.
Ebbene, per lei nessuno scandalo: «Mi ricordo benissimo – scrive la titolare della bancarella dolciaria – quando offrivi di tasca tua le frittelle ai bambini. Spero vivamente per te che si possa chiarire».
La domanda indirizzata da de Marchi alla commerciante era mirata al fatto che nessun bambino gli anni scorsi era andato a casa senza la propria frittella: nemmeno i bambini stranieri. Dunque, tanto rumore per nulla? «Sì, le forme dell’annuncio erano le solite e provocatorie – torna de Marchi sull’argomento –, ma non c’entrano nulla con le mie reali intenzioni, che non sono mai state discriminatorie verso nessuno: bambino o adulto che fosse».
Capitolo chiuso? Per lui sì, ma fino a un certo punto: «Resta a me l’amarezza per essere diventato bersaglio di buonisti bempensanti, che però mai nulla fanno per i deboli. Lo scorso anno ho pagato di tasca mia un mese di alloggio a una coppia di cittadini mantovani, lui  M. J., 48 anni, con la moglie più giovane, ridottisi a dormire in una baracca vicino alla sede dei vigili. Dov’erano i  Palazzi, i  Caprini, i  Campisi e le  Bonaffini che tanto si sono agitati contro di me? Né loro né lo Stato, né il Comune né il Sepris hanno fatto qualcosa. Per quelle cose lì, vere e concrete, c’è solo de Marchi».