L’aria migliora ma non a Mantova. Il report 2023 di Legambiente Lombardia

MANTOVA  Meno male che il 2023 si conclude con novità positive, per quanto riguarda le polveri sottili (Pm10): in Lombardia è stato l’anno con l’aria migliore di sempre, o almeno da quando la sua qualità viene misurata dalle centraline di Arpa Lombardia. I dati in questione vengono presi con estrema cautela da Legambiente Lombardia: l’evoluzione degli indicatori nei prossimi anni dirà se e in che misura i dati del 2023 esprimono una reale tendenza di miglioramento o un caso isolato, dicono gli ambientalisti. Del miglioramento di quest’anno, però, non hanno beneficiato tutti allo stesso modo. Se l’aria migliore, infatti, è stata rilevata nel quadrante nord-occidentale della regione, decisamente peggiore, e lontanissimo dalle raccomandazioni Oms, è il quadro nei capoluoghi padani della Lombardia orientale, con Cremona, seguita da Mantova e Brescia, che svettano nella classifica delle città più inquinate. Qui la media annua, seppure in miglioramento rispetto agli anni passati, si ferma ad un valore intorno ai 30 microgrammi per metro cubo (31 a Cremona, 29 a Brescia, Mantova e Lodi). Mantova è anche prima per numero di giorni con aria irrespirabile (60 nel 2023), ben al di sopra dei 35 giorni imposti dalla norma europea. Una situazione che, oltre alle condizioni atmosferiche di minor ricambio dell’aria, riflette anche la persistenza delle emissioni di fonte zootecnica, causa principale, insieme al traffico veicolare, della formazione del particolato secondario, ovvero quello che si genera direttamente in atmosfera per effetto della reazione chimica tra l’ammoniaca rilasciata dagli allevamenti intensivi, tutti concentrati nella pianura lombarda orientale, e gli ossidi di azoto che esalano dagli veicoli su strade e autostrade, in particolare da quelli a propulsione diesel.