Maltrattamenti in famiglia, parricida di nuovo sotto accusa

MANTOVA Già condannato in appello a 24 anni di reclusione per l’omicidio volontario del padre, dopo la riforma del verdetto di primo grado al carcere a vita, sarà ora nuovamente chiamato a difendersi sul banco degli imputati. Per Lorenzo Prandi, il 52enne parricida di Ostiglia, le contestazioni stavolta riguardano però le ipotesi di maltrattamenti e violazione degli obblighi di assistenza familiare.
A rinviarlo per la seconda volta a processo, ieri all’esito dell’udienza preliminare, il gup Chiara Comunale, con apertura dell’istruttoria dibattimentale fissata, innanzi al tribunale in composizione collegiale, per il prossimo 13 giugno. Una vicenda, nello specifico, afferente un periodo antecedente il fatto di sangue del 14 luglio 2021 e scaturita dalla denuncia presentata dall’ex moglie del 52enne – costituitasi parte civile con l’avvocato Giorgio Ughetti – giusto l’indomani il delitto del suocero Mario Prandi, ucciso dal figlio a coltellate al culmine di un litigio scaturito tra i due per il volume della televisione, ritenuto dall’assassino troppo alto.
Stando infatti a questo secondo, ulteriore, capo d’accusa, Prandi, nel corso degli anni e dopo la separazione (nel 2016) e il divorzio (nel 2019) dalla coniuge, complice anche il licenziamento e il ritiro della patente per guida in stato di ebbrezza, avrebbe mancato più volte di adempiere agli obblighi circa il mantenimento delle due figlie, all’epoca ancora minorenni e parte offese unitamente alla madre nonché, per questo, prendendo altresì a rendersi responsabile di atteggiamenti, ritenuti dagli inquirenti vessatori e minatori. Questo dopo la riqualificazione di tale seconda imputazione da quella originaria di atti persecutori. Dopo lo sconto di pena avuto lo scorso giugno in secondo grado, rispetto all’ergastolo comminatogli dalla Corte d’Assise di Mantova, Lorenzo Prandi – difeso dall’avvocato Marina Manfredi del Foro di Brescia – era stato quindi trasferito da via Poma al carcere milanese di Opera, dove si trova tuttora ristretto. Nel frattempo, avverso tale sentenza, è stato depositato il ricorso in Cassazione.