Sotto accusa per un frangivetro in dotazione alla sua auto. Assolto. Ma era un processo da celebrare?

MANTOVA  Finito nei guai per un martelletto frangivetro di emergenza detenuto legalmente. Questo quanto occorso ad un giovane mantovano prima denunciato dalle forze dell’ordine e quindi rinviato a giudizio. Una vicenda che definire paradossale parrebbe quasi riduttivo quella approdata in un aula di tribunale e per fortuna conclusasi, ieri, con un verdetto positivo ma non certo scontato viste le premesse. I fatti a lui ascritti risalivano all’8 marzo 2021 quando il ragazzo – un 23enne incensurato di Roverbella – era stato fermato dai carabinieri mentre a piedi si trovava nei pressi della propria Range Rover. Ispezionata la vettura gli era così stato rinvenuto nell’abitacolo il martelletto fornito in dotazione direttamente dalla casa automobilistica quale strumento da utilizzare per infrangere il cristallo in caso di necessità come, ad esempio, se si resta bloccato all’interno del veicolo. Per i militari però, nonostante non fosse stato portato all’esterno dell’auto, quell’arnese connotava l’ipotesi di reato di porto abusivo di armi od oggetti atti ad offendere. Da lì l’iter giudiziario, che per due anni ha tenuto in apprensione il malcapitato, con il fascicolo passato al vaglio di un sostituto procuratore (oggi non più in via Poma) e di un gup; fino all’epilogo di ieri con il giudice Raffaella Bizzarro che avallata la richiesta del pubblico ministero ne ha disposto l’assoluzione con formula piena perché il fatto non sussiste.