Stalking e percorso rieducativo: il 30% che non aderisce ci ricasca

MANTOVA Prevenire il fenomeno della violenza contro le donne, sensibilizzando e rafforzando la consapevolezza di uomini e ragazzi nel processo di non violenza, al fine di ridurre le situazioni di conflitto nei rapporti interpersonali. Questo l’obiettivo di “Protocollo Zeus”, già attivo dal 12 ottobre dello scorso anno, che prevede varie forme di collaborazione con specifici percorsi trattamentali integrati a favore degli autori di reati in materia di atti persecutori, violenza domestica, violenza di genere e cyberbullismo, ai quali sia stata già applicata un decreto di ammonimento da parte del questore. In tale ambito, ieri mattina, negli uffici di piazza Sordello il questore Paolo Sartori e il presidente del Cipm (Centro Italiano per la Promozione della Mediazione) professor Paolo Giulini hanno rinnovato il “Protocollo Zeus”. Il questore Sartori, in questo primo anno di vita del Protocollo, come detto, attraverso lo strumento dell’ammonimento ha infatti indirizzato al Cipm – che, a sua volta, opera nella provincia di Mantova per il tramite dell’associazione “Voandalana” – circa una dozzina di soggetti resisi responsabili di atti violenti o persecutori. I percorsi trattamentali e di recupero intrapresi dai cosiddetti “maltrattanti” all’associazione Voandalana, che opera sul territorio con una qualificata equipe multidisciplinare, hanno ottenuto riscontri decisamente positivi, contribuendo in maniera assai efficace ad evitare comportamenti recidivanti: ed è proprio per questo motivo che il rinnovo della efficacia del Protocollo Zeus rappresenta un fondamentale strumento di trattamento e di prevenzione. «In questo primo anno di collaborazione – ha dichiarato Lorenzo Pedroni, psicologo psicoterapeuta del Cipm – circa il 70% dei soggetti ammoniti hanno accolto la proposta rieducativa; di questi nessuno è risultato reiterare nelle condotte pregresse. Il restante 30% invece, ha continuato a perpetrare nelle fattispecie di reato a loro ascritte. A Mantova inoltre – ha concluso Pedroni – è stato istituito il primo gruppo trattamentale che vede l’adesione non solo di soggetti ammoniti, ma anche di soggetti finiti a processo denunciati o condannati».