Truffa e peculato, tabaccaio 35enne condannato a 4 anni e 4 mesi

MANTOVA – Truffa e peculato. Con queste accuse era stato rinviato a giudizio a inizio anno David Gasparetti, 35enne di Viadana titolare dell’omonima tabaccheria e ricevitoria. I fatti a lui ascritti risalivano al 2016. Per quanto concerne la prima fattispecie di reato a lui ascritta, vale a dire la truffa, questa sarebbe stata perpetrata ai danni di una cliente recatasi nella sua tabaccheria per pagare una bolletta dell’Enel. In tale circostanza l’imputato, secondo quanto sostenuto dall’accusa, avrebbe consegnato alla donna quale ricevuta di pagamento telematico della bolletta scaduta il 26 gennaio 2016, per un importo di 70,95 euro, uno scontrino privo di ogni qualsiasi effetto fiscale per poi quindi intascarsi l’intera somma. Con l’aggravante inoltre di aver commesso il fatto con abuso di prestazione d’opera. La cliente, dopo aver ricevuto numerosi solleciti di pagamento, aveva presentato denuncia solo a giugno 2016. Per quanto afferiva invece il secondo reato a lui contestato, ovvero il peculato, Gasparetti, in qualità di titolare della tabaccheria, autorizzato all’esercizio di intermediazione e alla riscossione (e quindi quale incaricato di pubblico servizio), si era impossessato delle somme dovute all’Erario. Nonché dei pagamenti effettuati dai clienti, trattenendo in questo modo per sè somme di denaro pubblico. E infine, sempre secondo gli inquirenti, avrebbe omesso di versare l’importo relativo alle settimane contabili del 18 agosto, 25 agosto e 1 settembre 2015. Per un importo complessivo di 24.429 euro. Somma, quest’ultima che consegnata al concessionario – all’Erario – entra da subito a far parte del patrimonio delle pubbliche amministrazioni. Lo scorso aprile davanti al collegio dei giudici presieduto da Enzo Rosina si era tenuta la prima udienza dibattimentale. Ieri dopo solo un paio di sedute si è arrivati al verdetto finale. Conclusa l’istruttoria, il 35enne, ritenuto responsabile dei reati a lui ascritti, è stato condannato a 4 anni e 4 mesi di reclusione. In requisitoria il pubblico ministero aveva invece avanzato richiesta per 5 anni di carcere.