EST MANTOVANO – La Rottami Metalli Italia (RMI), società che da ormai un paio d’anni a questa parte preme per realizzare una mega discarica di car fluff (scarti della rottamazione delle automobili) in località Pontepossero di Sorgà, comune veronese al confine con la nostra provincia, ha cambiato proprietà.
La voce era trapelata circa un mese fa, senza però trovare conferme ufficiali dai vertici della stessa RMI. La ratifica è arrivata proprio in questi giorni, tanto che il sindaco di Sorgà, Christian Nuvolari, ha subito voluto informare la cittadinanza di quest’ultimo imprevisto sviluppo che ha già messo i cittadini in fibrillazione. «Abbiamo ricevuto, tramite pec – spiega il primo cittadino – la richiesta da parte del nuovo rappresentante della ditta RMI di un incontro per esporre le variazioni societarie avvenute. Lo stesso presidente del Cda, Camillo Pilati, si è tuttavia presentato qualche giorno fa in municipio senza preavviso, sostanzialmente per presentarci il nuovo organo collegiale. La nostra risposta è stata di rimandare qualsiasi tipo di incontro dopo la sentenza del Tar (che si riunirà il prossimo 30 novembre per legiferare sul ricorso presentato, ndr)». La RMI non è più una Spa ma è diventata una Srl il cui proprietario è una società per azioni di Brescia con capitale versato di un milione di euro. «Probabilmente – lamenta Nuvolari – questa è una situazione peggiorativa per noi, e per il momento non voglio addentrarmi in altre considerazioni, se non ribadire che è improponibile solo pensare di poter insediare un tale impianto nel luogo individuato». I lavori di realizzazione dell’impianto erano stati sospesi lo scorso aprile dal Tar del Veneto dopo il ricorso presentato dal comune di Sorgà con il supporto delle Province di Verona e di Mantova e degli altri dodici enti locali confinanti firmatari dell’accordo quadro. «L’aspetto rilevante – riconosce il sindaco – è che la nuova proprietà, al contrario della precedente, abbia contattato il nostro Comune presentandosi “fisicamente”, comprendendo evidentemente quanto fosse opportuno comportarsi con maggiore trasparenza, correttezza e disponibilità nei confronti del territorio ospitante. Detto questo, come amministrazione confermiamo la ferma contrarietà verso un impianto che di fatto stravolgerebbe una zona a vocazione agricola e ricca di colture di pregio». Sorgà contesta anche una serie di possibili vizi e di carenze istruttorie del procedimento regionale. Tra questi si segnalano: la violazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti, che esclude la realizzazione di discariche in aree individuate nel Piano di tutela delle acque, e l’inadeguata descrizione delle «caratteristiche idrogeologiche del sito e dello schema di circolazione idrica del sottosuolo».
Matteo Vincenzi