SUZZARA – A seguito dell’acceso consiglio comunale svoltosi i giorni scorsi a Suzzara, i consiglieri di opposizione Nicoletta Ferrari e Salvatore Capursi di “Consenso Civico”, sono intervenuti al fine di denunciare la presunta negazione da parte del presidente del consiglio Raffaella Zaldini, della possibilità di rendere note alcune dichiarazioni. «Il presidente del consiglio Zaldini – fanno sapere i due consiglieri – ci ha negato il diritto di rendere nota una nostra dichiarazione. Un fatto inaudito, uno sfregio alla democrazia. Durante la seduta di consiglio comunale dello scorso 29 novembre è accaduto un fatto, a nostro avviso gravissimo, che deve essere portato a conoscenza della collettività perché si sappia quali sono i metodi utilizzati dalla maggioranza ,che si definisce democratica diquesto Comune. Il consigliere Capursi, ritenendo di essere stato leso da frasi offensive e minatorie pronunciate da un esponente del PD, alla fine del consiglio comunale precedente ha chiesto, di poter leggere sue dichiarazioni. Cio’ è previsto dall’art 37 co.6 del Regolamento comunale: “Ciascun membro del consiglio e gli assessori possono inoltre chiedere di intervenire per un fatto personale quanto ritengano di essere stati lesi nella propria onorabilità da altro partecipante alla seduta”. Il presidente riscontrata l’effettiva sussistenza del fatto personale ha accordato la parola per non più di cinque minuti, negando poi detta possibilità, adducendo che l’episodio accaduto ai danni del consigliere Capursi si sarebbe verificato nel corso del consiglio comunale precedente e a sessione conclusa. Pertanto la stessa, pur riscontrando l’effettiva sussistenza dell’episodio, negava che dello stesso si parlasse in consiglio. Successivamente ha cercato di intervenire il consigliere Ferrari che avrebbe voluto argomentare circa l’infondatezza della motivazione addotta dal Presidente. Quest’ultima ha negato la possibilità e per ben tre volte ha staccato il microfono al consigliere Ferrari. Fatti inaccettabili sui quali abbiamo già chiesto un intervento al Dipartimento Affari interni e territorio del Ministero dell’interno». Si tratta di un fatto inaudito che configura un vero e proprio tentativo d’azzeramento del diritto d’espressione dei consiglieri comunali. Il comportamento prevaricatore del presidente del Consiglio dimostra, ancora una volta, come questo ruolo istituzionale sia rappresentato da una persona che non è equidistante fra le parti, elemento che non può certo garantire la prosecuzione serena ed ordinata dei lavori di un consiglio. Essere zittiti in questo modo – concludono – è molto grave e merita una seria riflessione essendo venute meno le garanzie di libero esercizio democratico delle nostre prerogative. Cosi’ decidendo il presidente legittimerà d’ora innanzi il comportamento di chi a fine consiglio comunale si permetterà frasi diffamatorie o minatorie verso i consiglieri. Il gravissimo episodio s’inserisce purtroppo in una prassi che è andata intensificandosi dall’insediamento del nuovo consiglio comunale che vede il presidente ergersi a principe assoluto della sedute con un’applicazione talmente fiscale del regolamento da tramutarsi in abuso. I regolamenti sono norme sotto ordinate gerarchicamente rispetto a quanto prevede la Costituzione in cui è chiaramente fatto salvo il diritto di manifestare il proprio pensiero. Consenso Civico adotterà tutte le iniziative utili ed opportune per fronteggiare la preoccupante deriva del fisiologico confronto tra maggioranza e opposizione nelle sedi istituzionali cittadine».