“Marcaria Servizi in vendita?”, la minoranza lancia l’allarme

MARCARIA –  “Verificare la possibilità di di conferire la società in oggetto (ovvero Marcaria Servizi, ndr)” ad altre società di cui Marcaria detiene una partecipazione. Questo il passaggio, affrontato nel consiglio comunale di lunedì sera, che sta mettendo in allarme la minoranza consiliare. Passaggio che, fuor di burocratese, significa in sostanza “verificare se ci siano società che potrebbero acquisire Marcaria Servizi”.
La vicenda è nata appunto nel consiglio comunale di martedì sera, durante la discussione del punto riguardante la razionalizzazione delle società in cui il Comune di Marcaria ha partecipazioni (si tratta in ogni caso di un tema che tutti i Comuni, per legge, sono tenuti a discutere). Ad introdurre la questione è il sindaco Carlo Alberto Malatesta, che spiega come sia sempre stata intenzione del Comune di Marcaria mantenere la propria società inhouse, alla quale potrebbero venire affidati numerosi servizi pubblici. «Ma al momento – spiega Malatesta – non è possibile trovare servizi aggiuntivi di cui Marcaria Servizi possa occuparsi, anche se le potenzialità della nostra società sarebbero enormi».
A chiedere lumi prima il capogruppo di minoranza Roberto Coppiardi, che chiede al sindaco di illustrare nella sostanza quali siano le intenzioni del Comune nei confronti della propria partecipata. E poi chiede spiegazioni anche il consigliere di minoranza Stefano Simonazzi: «Che Marcaria Servizi abbia grandi potenzialità è un aspetto sul quale siamo d’accordo. Però mi chiedo perché non venga classificata strategica come anche Apam spa e il Gal Oglio Po. Non solo: ciò che mi spaventa è che alla fine della relazione riguardante Marcaria Servizi si parli dell’intenzione del Comune di vagliare a quali società il Comune potrebbe conferire la nostra società inhouse. Per il Comune sarebbe una perdita anche solo prendere in considerazione questa ipotesi». Domanda alla quale il sindaco non ha però risposto, passando direttamente alla votazione del punto all’ordine del giorno che è stato approvato solo dalla maggioranza.