Pradello, rubati i canali pluviali in rame della chiesa di San Bartolomeo Apostolo

PRADELLO (Villimpenta) – Nella notte tra mercoledì e giovedì ignoti hanno portato a termine un furto di canali pluviali dalla chiesa di San Bartolomeo Apostolo di Pradello, a Villimpenta. Un episodio scoperto al mattino dai parrocchiani, gli stessi che nella giornata di giovedì si sono recati nella stazione dei carabinieri di Castel d’Ario per sporgere denuncia. «E’ successo nel cuore della notte, ce ne siamo accorti il mattino successivo rimanendo sbalorditi – confermano alcuni abitanti della frazione vilimpentese -. Più precisamente ce l’ha segnalato una signora che stava portando a spasso il cane e ha notato i “tubi monchi” sul lato che dà su via Fossa, nella parete dove si trova anche il piccolo monumento dei caduti». I ladri cercavano rame, ma hanno usato delle modalità piuttosto artigianali, asportando rapidamente i canali strappandoli dal basso, senza tentare di arrampicarsi. I segni del passaggio dei malviventi sono evidenti. Ed è sintomatico che abbiamo abbandonato i canali in semplice lamiera. Detto ciò sono riusciti ad andarsene con circa una trentina di metri di materiale. Ma non solo. I malviventi hanno anche divelto la scatola con i sensori della centrale termica che servivano per segnalare eventuali fughe di gas, forse pensando potesse l’allarme della chiesa. Un danno su danno che ha reso ancor più deprecabile il gesto. Una residente ha ammesso di aver sentito un forte rumore intorno alle 2: «Ho pensato a un’auto danneggiata che passava per la via, ma probabilmente erano i ladri che stavo caricando i pezzi di canale». Qualcuno, senza sbilanciarsi più del dovuto per ovvie ragioni, non ha nascosto il proprio pensiero: «Probabilmente non sapremo mai chi è stato, ma da qualche tempo tra il parcheggio della chiesa e la canonica c’è sempre un via vai continuo di auto che mi piace poco. E certamente non è gente del paese». La notizia ha suscitato grande indignazione tra i cittadini, che esprimono il proprio sdegno per atti considerati non solo illegali ma anche irrispettosi verso luoghi destinati alla memoria e al raccoglimento.

Matteo Vincenzi