Rave party a Soave, denunce per 160 persone

Due mantovani e un ferrarese identificati come promoter della festa abusiva

SOAVE (Porto) Due mantovani e un ferrarese identificati quali organizzatori, 160 persone identificate e denunciate per occupazione abusiva di edifici e lo svolgimento non autorizzato di spettacolo. È il bilancio di una settimana di indagini a dir poco certosine dei carabinieri di Mantova sul rave party di Corte Raffaina, a Soave di Porto Mantovano, dove lo scorso 9 febbraio sono arrivati a centinaia giovani da tutta Italia e anche dall’estero. Tra i 160 denunciati ci sono 119 uomini, 32 donne e 9 minorenni, provenienti in gran parte della Lombardia (68). Cospicua anche la “delegazione” dalla vicina Emilia Romagna, con 36 persone identificate. venti quelli che provenivano dal Veneto, 16 dal Piemonte, cinque dalla Liguria, quattro da Trentino Alto Adige e Toscana, uno da Campania e Lazio. Oltre a questi, inoltre è stata accertata anche la presenza di ravers stranieri; i carabinieri ne hanno identificati quattro provenienti dalla Spagna e uno dalla Romania. Per tutti è stata anche inoltrata alla questura la richiesta di misure di prevenzione personale quali l’avviso orale e il foglio di via. L’identificazione dei promoters di questa festa abusiva è stata possibile grazie alla tempestività con cui i carabinieri sono intervenuti sul posto, arrivando nella cascina di Corte Raffaina quando la maggior parte dei partecipanti non era ancora arrivata. Questi hanno iniziato ad affluire nella serata di sabato arrivando con auto, furgoni ma anche a piedi dopo essere scesi dal treno in stazione. Una marea umana che, hanno accertato i carabinieri, si è radunata nelle campagne mantovane tramite un tama-tam di messaggi via whatsapp, e che ha tenuto impegnati i militari di tutta la compagnia di Mantova fino al pomeriggio di domenica scorsa, 10 febbraio. Proprio durante le fasi di presidio del rave party, i militari con la massima discrezione hanno annotato gran parte delle targhe delle numerosissime auto parcheggiate nella zona, riuscendo così a identificare molti partecipanti nei confronti dei quali sono state avviate le indagini del caso.