NOGARA – Uno sfregio inaudito, una vergogna inammissibile che dà la dimensione di cos’abbia generato il lassismo impenitente interconnesso a vent’anni di accoglienza incontrollata, materia cara ai progressisti e ai loro maître-à-penser. Da qualche tempo il cimitero della vicina Nogara sembra diventato un luogo di bivacco e di risse tra stranieri in preda ai fumi dell’alcol. Una situazione denunciata dagli stessi residenti, specchio di un’integrazione rivelatasi caotica se non impossibile con chi addirittura scambia un camposanto, luogo sacro e di raccoglimento, per una zona franca dove poter esercitare episodi di microcriminalità nella consapevolezza di essere lontani dagli occhi delle forze dell’ordine. L’ultimo oltraggio, quello che probabilmente ha suscitato il biasimo unanime di cittadini e amministratori, è stata una resa dei conti tra giovani magrebini. «Erano in sei – racconta una donna – e improvvisamente hanno cominciato a darsele di santa ragione. Accanto a me c’era un’altra signora, e dopo qualche istante abbiamo cominciato a urlare di andarsene, ma non ci hanno ascoltato». Le grida delle due donne, comprensibilmente impaurite, hanno però attirato l’attenzione di un uomo che si era recato a fare visita alla tomba dei suoi genitori e che con coraggio ha intimato ai balordi di smettere e andarsene. Il suo tono fermo e la minaccia di chiamare i carabinieri ha sortito l’effetto sperato, con gli stranieri che sono scappati verso l’uscita sul retro. Nei pressi della tomba dove stavano litigando, l’uomo ha anche recuperato il borsellino di una donna che poco prima gli stranieri avevano svuotato. Ma questa è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza. Lo stesso gruppetto sarebbe stato visto in varie occasioni tra le tombe e i sotterranei incutendo timore a donne e anziani, nondimeno a sfrecciare in monopattino tra i viottoli del cimitero, rischiando di travolgere qualcuno. La figlia di un defunto che riposa a Nogara, peraltro mantovana, ha raccontato di aver scorto tra le lapidi un paio di giovani stranieri che stavano espletando i loro bisogni. E a proposito dei sotterranei: più di una persona ha rivelato che gli immigrati stazionano all’interno della struttura anche dopo l’orario di chiusura, quando i cancelli si chiudono automaticamente, forse per dormire; sicuramente per bivaccare come certificano le bottiglie di alcolici e le lattine di birra rinvenute al mattino da custodi e visitatori al momento della riapertura. Insomma, una situazione inqualificabile che ha spinto il sindaco Flavio Pasini, anch’esso incredulo, ad intensificare i controlli di carabinieri e polizia locale.
Matteo Vincenzi









































