Settimana con un accenno di primavera: cielo tra sole e nubi con pomeriggi più tiepidi

Le correnti fredde continentali che hanno dominato il clima del fine settimana si attenueranno per qualche giorno. Non è però finita. Tra giovedì e venerdì un nuovo blocco di correnti gelide orientali irromperà sull’Europa centromeridionale determinando un nuovo e sensibile calo termico anche in Valpadana. Il rischio è che il tepore dei prossimi tre giorni acceleri le prime fioriture degli alberi da frutto e le gelate attese nelle nottate del prossimo fine settimana creino qualche danno. E ancora non maturano le condizioni per il tanto agognato ritorno delle piogge.
La settimana inizierà con gelo generalmente poco nuvoloso ma con temperature in lenta ripresa dai rigori del fine settimana (ieri mattina minime in aperta campagna fino a -4°). Di sicuro, soprattutto da domani le temperature aumenteranno di almeno 4 o 5 gradi. Questo perché l’Italia verrà lentamente avvolta da un promontorio di alta pressione nordafricana che devierà verso nord le correnti gelide di origine russa. L’aria più mite (unitamente ad una certa dose di pulviscolo sahariano) e il discreto soleggiamento porteranno già domani le temperature massime si porteranno sui 15 gradi per sfiorare i 17° mercoledì e giovedì, in attesa però di un nuovo raffreddamento previsto da venerdì e con il suo apice nei giorni del fine settimana.
Al ritiro dell’anticiclone africano farà seguito l’ingresso in Valpadana di un nuovo nucleo di aria gelida. Scontato un nuovo calo termico, specie da sabato, con il ritorno del gelo notturno, anche marcato, nelle due nottate successive. Previste temperature minime fino a -3°.
Trova conferma, quindi, la previsione di un mese di marzo tra i più freddi degli ultimi trent’anni, anche più di quello del 2013, il più rigido degli anni Duemila. In quel mese la media complessiva fu di 7,7 gradi, due in meno rispetto alla media. Al contrario, in più di un’annata il comportamento climatico di marzo è stato più simile a quello di aprile, se non di maggio. Nel 2008, giorno 2, la temperatura massima ha raggiunto addirittura i 27 gradi. Temperatura analoga nel 2012, quando furono superati i 25 gradi per quattro giorni consecutivi. Tante differenze risiedono soprattutto nel comportamento dell’alta pressione; se è posizionata sulla Scandinavia come nel caso attuale l’Italia è raggiunta da correnti fredde di provenienza artica o continentale. Solo l’arrivo di correnti di provenienza opposta in via definitiva potrà traghettarci verso la primavera.
Rimane poi la siccità. Allo stato attuale non si scorgono dalle carte meteo segnali tali da ipotizzare il ritorno delle precipitazioni in tempi brevi. Dalla metà di novembre ad oggi sono scesi nel mantovano solo un’ottantina di millimetri sui 230 previsti dalla media nei quattro mesi considerati. Anche l’anno scorso marzo fu molto arido: le prime piogge serie arrivarono solo verso il 10 di aprile. Per non parlare del 2019, quando marzo non vide cadere una sola goccia di pioggia in tutta la provincia.
Alessandro Azzoni