MANTOVA Volete vincere il campionato di Serie D? Affidatevi a Simone Minincleri, il mago delle promozioni: ben 5 in 6 anni, dal 2014 al 2020. Con le maglie di Pistoiese, Robur Siena, Piacenza, Rieti e finalmente… Mantova. Dopo aver passato l’intero periodo del lockdown in città, il centrocampista biancorosso è finalmente tornato nella sua Barletta, dove si sta godendo il mare assieme ad Altinier e Dellafiore con rispettive famiglie.
Simone, finalmente hai potuto riabbracciare la tua Puglia…
«Eh sì, ci voleva. Sono partito il 3 giugno, appena è stato possibile».
Pochi giorni dopo il Mantova ha ottenuto la certificazione della promozione…
«Ne ho conquistate tante negli ultimi anni, ma questa è stata davvero anomala. Dal punto di vista sportivo e umano. Non abbiamo nemmeno potuto festeggiare».
Questo te la fa percepire in maniera diversa?
«Diciamo che mi ha lasciato più rammarico che gioia. Ed anche quando un domani ci ripenserò, questa resterà sempre la stagione del coronavirus».
Hai mai temuto che annullassero il campionato?
«Ammetto di sì. Sarà che ero ancora scottato dalla delusione dello scorso anno, ma a un certo punto ho pensato davvero che la Lega potesse prendere decisioni strane. Per il Mantova sarebbe stata una beffa. Perchè nessuno ci ha regalato niente in questi due anni, ogni punto ce lo siamo guadagnato da noi».
Cosa ti resterà personalmente di questa drammatica stagione?
«Una promozione voluta e meritata. Ma anche la consapevolezza che tanta gente ha perso la vita facendo passare giustamente in secondo piano tutto il resto».
E delle tue due stagioni mantovane?
«Tante immagini. Lo scorso anno la vittoria all’andata col Como e la sconfitta al ritorno, il successo con la Pro Sesto che ci ha fatto tornare primi in classifica, il ko di Rezzato, il mio infortunio… Quest’anno ho lavorato tantissimo per recuperare, sono tornato in campo ma poi s’è fermato tutto e per mesi siamo rimasti nel limbo del “si ricomincia, non si ricomincia”… Insomma, altro che due anni: sono durati come 10».
Ti vedi al Mantova anche l’anno prossimo?
«Io vorrei parlare col Mantova, penso sia giusto cominciare da lì per capire le loro intenzioni, conoscere i programmi. Diciamo che Mantova è la mia prima scelta. Poi, si sa, i matrimoni si fanno in due».
Sei specialista in promozioni ma in C hai giocato solo una stagione…
«È vero, ma non mi pesa. In fin dei conti, in D ho quasi sempre giocato per vincere e questo mi ha appagato».
Però ti piacerebbe tornare a misurarti con il calcio professionistico?
«Mi piacerebbe rimanere un altro anno a Mantova. Intanto ne approfitto per ringraziare la società e i compagni per questi due anni. Vorrei infine salutare i tifosi, che mi hanno sempre dimostrato un grande affetto: li abbraccio virtualmente a uno a uno e spero di rivederli alla ripresa».