Calcio Serie C – Muroni cavalca l’entusiasmo: “Mantova in alto per restarci”

Mattia Muroni
Mattia Muroni

MANTOVA Ci ha impiegato poco, Mattia Muroni, ad ambientarsi a Mantova. Del resto, della Serie C può considerarsi un veterano: il suo curriculum conta 230 partite con le maglie di Tuttocuoio, Olbia, Modena e Reggiana. Proprio con i granata lo scorso anno conquistò la promozione in B. Ora è un punto fermo del centrocampo del Mantova, che sta volando in classifica.
Mattia, come ci si sente lassù, a -1 dalla capolista?
«Sono passate solo 7 giornate, ma partire bene fa sempre piacere. Voglio dire: meglio stare sopra che sotto, no? L’obiettivo è rimanerci il più a lungo possibile».
Cos’hanno detto queste prime 7 partite?
«Che il Mantova ha una sua identità. E non era certo scontato, in così poco tempo. Abbiamo sempre espresso il nostro gioco e cercheremo di farlo per tutte le gare fino alla fine».
Il sistema di gioco di Possanzini l’avevi già praticato?
«No, è una novità anche per me. Partire da dietro significa tenere di più il pallone, cercando di trovare gli spazi per avanzare».
Cosa ti chiede nello specifico il mister?
«Di trovare lo spazio libero da occupare, per poi ricevere la palla da dietro e portarla in avanti».
Tutti si chiedono dove possa arrivare questo Mantova: ti sei dato una risposta?
«A ottobre è difficile mettere un punto. Troppo presto. Diciamo che vogliamo arrivare il più in alto possibile, e quindi dare continuità ai risultati ottenuti finora».
Dove intravedi i più ampi margini di crescita?
«In ogni reparto. Per esempio dobbiamo velocizzare di più alcune giocate, in modo da “uscire” in maniera più rapida e sorprendere gli avversari».
Che rapporto hai col gol?
«Non sono uno che segna tanto. Però ci proverò: l’idea del primo gol a Mantova mi piace».
In realtà tre stagioni fa, col Modena, ne hai segnati 6…
«Vero. Ma lì giocavo in una posizione diversa e mi capitava spesso di trovarmi in area avversaria».
Tu sei sardo, come lo era una leggenda del Mantova: Gustavo Giagnoni…
«È un onore. Tra l’altro, mi fa molto piacere vedere in curva la bandiera dei quattro mori. La portano sempre dei signori originari della Sardegna».
Torniamo al campo. Sconfitta archiviata, quella con la Triestina?
«Sì, è stato un incidente di percorso. È capitato e altri ne capiteranno ancora. L’importante è non demoralizzarsi, valutare le cose positive e negative. E rialzarsi subito, come abbiamo fatto con l’Alessandria».
Sabato a Busto che partita ti aspetti?
«Sulla falsariga della Coppa Italia. Mi aspetto una Pro Patria chiusa. Bisognerà avere molta pazienza e trovare il gol il prima possibile, così da costringerli ad aprirsi».
Sei più sorpreso dall’1-1 della Pro Patria a Padova o dalla sconfitta del Vicenza a Vercelli?
«Nessuna delle due. Ce ne saranno tante, di gare così. Non credo che Vicenza, Padova, ma anche Triestina, vinceranno tutte le partite».
Che differenze hai notato rispetto al girone B dove giocavi l’anno scorso?
«Nel B ci sono tante squadre di alto livello e che hanno investito. Il girone A mi sembra più livellato, con squadre che magari hanno investito un po’ meno, ma se la possono giocare con tutte. Sara un campionato equilibrato e il Mantova proverà a recitare un ruolo da protagonista».