Cnh ha deciso: altre due settimane di chiusura all’Iveco di Suzzara

SUZZARA – Cnh alla fine ha deciso: sarà chiusura per due settimane in tutti gli stabilimenti del gruppo, e così sarà anche per la Iveco di Suzzara, giò chiusa precauzionalmente all’inizio della settimana in corso e interessata, nella giornata di mercoledì, dalla notizia di un operaio risultato positivo al tampone. Si prospetta dunque, per i dipendenti, un periodo di cassa integrazione ordinaria della durata di quindici giorni a partire dal prossimo 23 marzo; un periodo che, secondo necessità, potrà essere prolungato fino a metà maggio.
Questo dunque l’esito della teleconferenza avvenuta tra i vertici di Cnh e le parti sociali rappresentate su base nazionale (Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm, Fismic e Ugl Metalmeccanici): dalla settimana prossima tutti i siti italiani di Cnh Industrial resteranno chiusi per due settimane salvo i magazzini ricambi di S. Matteo e Pregnana con gestione interna; parti sociali e azienda hanno inoltre condiviso un verbale quadro nazionale per la richiesta di Cassa Integrazione Ordinaria Covid 19 per tutta la durata di nove settimane come previsto da decreto (il periodo potrà perciò essere prorogato per altre 6 settimane – alle due già decise va aggiunta quella di sostanziale fermo già in corso – e cioè fino al 15 maggio prossimo). In ogni plant sarà avviata la procedura di esame congiunto come è avvenuto anche per Fca.
Una scelta, quella di Cnh, che non poteva non soddisfare Ugl Metalmeccanici che, pur nel rispetto dell’impegno messo dall’azienda, aveva sempre sostenuto la necessità di una chiusura di almeno 15 giorni: «Esprimiamo – ci ha detto il segretario provinciale di Ugl Metalmeccanici Umberto Colella – il nostro grande apprezzamento e la soddisfazione per l’intesa e la linea di buon senso perseguita dalle parti per tutelare la salute e la sicurezza di tutti i lavoratori in questo momento di forte emergenza sanitaria dove la vita è messa al primo posto».
In casa Fiom-Cgil, altro sindacato che da sempre si è battuto per la chiusura vista come soluzione più efficace a un rischio per la salute degli operai emerso in tutta la sua nettezza mercoledì con la notizia dell’operaio contagiato, una notizia positiva ma che – aggiunge il segretario provinciale Marco Massari «non ci farà comunque abbassare la guardia. Massima attenzione anche se ce l’apprezzamento per la decisione presa. Le rsa hanno inoltre lanciato la proposta di devolvere un’ora di lavoro per ogni operaio all’ospedale Poma di Mantova».

NICOLA ANTONIETTI