La rincorsa dei bar: apriamo, così è impossibile lavorare

MANTOVA Quali attività potranno riaprire a Mantova e in Lombardia il 18 maggio? Questa è la domanda che si stanno, ponendo tanti esercenti pubblici. Per il momento una risposta certa non c’è, ma un elenco definitivo potrebbe arrivare entro venerdì «A brevissimo dovremo avere i dati su eventuali infezioni che si possono essere verificate da lunedì 4 maggio e dovrei essere in grado di dare una risposta, che sia negativa o positiva, sulle attività commerciali». Lo ha detto il presidente della Regione , Attilio Fontana. Certo è che, se per i negozi c’è comunque il beneplacito del Governo, per gli esercizi di ristorazione, quali bar e ristoranti, la decisione ultima, in effetti, aspetta al Governatore, che ha spiegato che alla base di ogni decisione «ci deve essere la garanzia che questa epidemia non riprenda. Il nostro primo interesse sarà di valutare i numeri e le condizioni dell’epidemia». Nella speranza che i dati dei contagiati e dei decessi non riprendano a salire, baristi e ristoratori, se pur con parecchie riserve, sperano che anche per loro sia arrivata la fatidica ora. Nell’attesa di queste benedette linee guida, molti di loro già ieri erano all’interno dei loro locali a pulire e a preparare per essere pronti a rimettersi dietro il bancone e a ricevere i clienti. «Intanto puliamo e sistemiamo, anche perchè siamo smaniosi di potere riaprire – ha detto un dipendente del bar Pierrot di piazza Broletto -. Il nostro è un locale piccolo e quindi dobbiamo sperare che il tempo tenga per poter almeno servire qualcuno seduto ai tavoli fuori. Anche perchè se ci obbligano a ricevere un cliente per volta, possiamo anche richiudere subito perchè le spese supererebbero le entrate. Quello che abbiamo perso in questi mesi di chiusura, e questo ormai è assodato, non lo recupereremo tanto facilmente». Un poò meno pessimista, anche se altrettanto preoccupato è   Marco , il titolare del Clò bar in via Fernelli. «Da qualche giorno abbiamo aperto facendo servizio da asporto, ma il lavoro, ovviamente, non è paragonabile a quello di prima. Facciamo qualche caffè e alla sera alcuni aperitivi, il mantovano non è abituato a bersi lo spritz piuttosto che un mojito in un bicchiere di carta a casa propria o camminando. Si viene al bar, soprattutto a sera per socializzare. Devo dire, poi, che la gente è alquanto restia sul rispettare le regole. Ho esposto non so quanti cartelli per invitare le persone a non fermarsi davanti al locale e invece me le ritrovo ferme a chiacchierare come se nulla fosse vicino all’entrata. Vedremo cosa succederà con l’apertura totale: il mio è un bar non grande e con le regole di distanziamento posso fare entrare al massimo due persone per volta. Faccio affidamento sul bel tempo per potere sfruttare i tavoli all’esterno, anche se credo che per una ripresa vera e propria si debba attendere la prossima estate». Negativo invece è il titolare del bar Gonzaga,   Cristian Marchini   che, tra l’altro, apre con un locale totalmente ristrutturato: «Ci chiediamo come facciamo, nel caso, ad riaprire il 18 magigo se ci viene comunicato solo due giorni prima. Non abbiamo il tempo materiale per organizzarci soprattutto per quanto riguarda i prodotti. A questo punto non so se sia meglio rimettersi in gioco adesso o aspettare una data certa, com’era quella del primo giugno». (s.)