Anche la moda etica e solidale si piega alla crisi del centro storico

MANTOVA Un cartello con scritto “Fuori tutto” affisso sulla vetrina a metà settembre aveva anticipato l’inevitabile.
Anche il negozio di Progetto Quid, in corso Umberto I al civico n. 62, chiude i battenti a fine mese.
Il punto vendita, espressione dell’omonimo marchio di moda etica e sostenibile veronese, aveva aperto a metà novembre dello scorso anno.
Nemmeno il tempo di festeggiare la prima candelina che si è dovuto arrendere, come tanti altri esercizi commerciali del centro storico.
Diversi i motivi dietro una chiusura che lascia l’amaro in bocca visto che in altre città il progetto, che si basa sul recupero di tessuto di rimanenza e la creazione di collezioni di abbigliamento e accessori moda grazie al lavoro e al talento di persone a maggior rischio di esclusione lavorativa con un focus particolare sulla forza lavoro al femminile, riscuote un notevole successo.
Da un lato il fatturato dell’esercizio commerciale nel corso della scorsa estate, davvero troppo basso in una città che vede diminuire notevolmente le vasche per il caldo asfissiante e le scarse, e poco frequentate, aperture notturne.
Dall’altro un progetto che ha fatto fatica a fare breccia nel cuore dei mantovani.
Progetto Quid, infatti, si fonda sul lavoro di persone fragili come occasione di riscatto, sulla bellezza di tessuti avanzati che danno vita a prodotti unici, sull’etica e sulla forza femminile.
Non è servita a molto nemmeno l’inaugurazione del punto vendita, avvenuta lo scorso mese di febbraio, quando è stata presentata la nuova collezione primavera/estate 2023 Sense of Self, con capi di tendenza, modelli best delle scorse collezioni rivisitati con nuove fantasie e tessuti di rimanenza.
L’ultima uscita mantovana dei Prodotti Quid è avvenuta in occasione della sfilata di moda sostenibile alla Biblioteca Baratta, organizzata per presentare la collezione autunno/inverno 2023 di Mappamondo, la bottega del commercio equo e solidale.
Tiziana Pikler