MANTOVA . – “Non ti lego, ma ti spiego”, “Meglio legami che legamenti”. Gli slogan parlano chiaro e sono scritti sulle magliette indossate da pazienti e operatori della Struttura Complessa di Psichiatrica Mantova 1, mescolati tra loro senza più ruoli in un giorno di festa. Non contenzione e inclusione sono i temi dominanti dell’evento dal titolo Sintonia d’autunno per una Spdc (struttura psichiatrica di diagnosi e cura) di comunità, che si è svolto giovedì pomeriggio nel giardino del reparto del Carlo Poma, all’insegna dell’arte e della musica, in un clima familiare e coinvolgente. Con l’hashtag #perunspdcdicomunita, i professionisti hanno voluto aprire le porte a una comunità che vada oltre lo stigma, filosofia testimoniata dalla presenza delle istituzioni, nella persona dell’assessore comunale al Welfare Andrea Caprini. Un’occasione per presentare i coloratissimi lavori del laboratorio di arte del progetto TR28 “Adolescence Work in Progress”, esposti all’ingresso del reparto e nello spazio verde e per un happening delle due comunità del Cra e delle Grazie. Hanno partecipato all’iniziativa molti professionisti anche della vecchia guardia, per non spezzare il filo con il passato in cui affonda le sue radici il presente dell’attività psichiatrica di Asst, nonché la direzione strategica, rappresentata dal direttore socio sanitario Renzo Boscaini. Il direttore della struttura di Psichiatria Debora Bussolotti ha sottolineato l’eccellenza di un reparto che ha ricevuto preziosi riconoscimenti per la sua modalità operativa più unica che rara: “Lavoriamo senza mai ricorrere alla contenzione meccanica da decenni, siamo stati fra i primi in Italia e dobbiamo ringraziare innanzitutto gli infermieri e i medici che hanno costruito questo percorso, frutto appunto della partecipazione di tutta una comunità che vuole sostenere una certa impostazione”. Lo psichiatra responsabile della Cra e di Grazie Alberto Romitti ha sfoderato uno degli slogan che si leggevano sulle t-shirt per parlare dell’importanza delle parole: “Non ti lego, ma ti spiego significa che nel rapporto di cura dobbiamo imparare a usare le parole giuste”. L’ex collega Enrico Baraldi, responsabile del gruppo di lavoro dell’Spdc di Mantova che ha vinto il Primo premio di Qualità in Psichiatria dell’Istituto Italiano di Medicina Sociale nel 1998, ha fatto compiere ai presenti un viaggio nella storia della magia. Componente, in fondo, della vita stessa, oltre che della relazione di cura: “Una storia molto vicina a quella della filosofia e dell’umanità intera. La bacchetta magica è un simbolo di accoglienza, ci insegna l’atteggiamento di una mamma che accoglie sempre, qualunque cosa accada. Lo psichiatra, in questo senso, è un mago”.