Botte al cugino per un parcheggio, ma l’accusato si difende: solo una spinta

MANTOVA –  È accusato di minacce, lesioni e violenza privata ai danni di un cugino a seguito di un diverbio per un parcheggio. Sul banco degli imputati un muratore di Sermide. I fatti a lui ascritti risalgono nello specifico al 1° giugno 2019 quando i due, che vivono in abitazioni contigue e condividono lo stesso cortile da cui si accede alla strada pubblica, non si parlavano già da tempo, per vecchie questioni che avevano logorato il loro rapporto. Quel giorno la persona offesa, stando al suo racconto, doveva uscire con l’auto, ma aveva trovato il passaggio ostruito dal camion del cugino, che si occupa di movimento terra. Non volendo imbarcarsi in una discussione, di cui temeva l’esito, aveva lasciato il motore della vettura acceso, sperando che il parente recepisse comunque il messaggio. Ma l’altro non aveva spostato il mezzo. A quel punto, sempre secondo le sue parole, aveva deciso di avvicinarsi per chiedere di liberargli il passaggio. Richiesta però non gradita dal muratore: «Mi è piombato addosso inferocito e mi ha aggredito a schiaffi e pugni. Mi ha rotto il mignolo della mano destra, graffiato le braccia e mi ha colpito in faccia, gettandomi nel panico perché avevo avuto recentemente un distacco della retina e un trauma avrebbe potuto provocare gravi danni». L’uomo era andato al pronto soccorso dove gli era stata refertata una prognosi di 25 giorni. «Niente aggressione, ma solo una spinta», invece stando alla versione resa ieri dall’imputato.