Infortuni sul lavoro: -12% nel 2023. Morti bianche più che dimezzate

MANTOVA Da gennaio a novembre del 2023 gli incidenti sul lavoro hanno segnato una calo pari al 12%. Questo il trend secondo quanto riscontrato dai dati dell’Inail analizzati dall’ufficio studi della Cisl. Infatti, se a novembre del 2023, gli infortuni sono incrementati rispetto a novembre 2022, passando da 389 a 420 con una crescita di 31 casi pari all’8%, il raffronto di gennaio-novembre 2023 rispetto allo stesso periodo del 2022 registra, viceversa, una diminuzione di 615 casi: 5.162 infortuni a gennaio-novembre 2022 rispetto ai 4.547 infortuni del 2023.
Se questo calo degli infortuni è un segnale positivo, resta che la media provinciale è comunque inferiore a quella regionale che fa segnare un calo degli infortuni del 17,5% e quella nazionale del 17%. Pertanto, a Mantova si registra una contrazione degli infortuni, ma questa è inferiore a quello regionale e nazionale.
Gli infortuni mortali: nel periodo gennaio-novembre 2023 sono accaduti ben 6 infortuni mortali rispetto ai 15 del 2022 pari al 50%. Il dato lombardo ha riscontrato una diminuzione degli infortuni pari al 2,5%, mentre a livello nazionale c’è stato un calo del 4%. Secondo il report di Vega Engineering gli indicenti mortali hanno riguardato il doppio dei lavoratori stranieri rispetto a quelli italiani: 59,8 morti ogni milione di occupati contro i 29,1 degli italiani. Un indice molto preoccupante, dato che questi lavoratori sono occupati in via principale, nell’agricoltura, edilizia e logistica.
Altro fattore di rischio, sempre secondo il rapporto Vega, è dato dall’età: chi ha un’età fra i 15 e 24 anni il rischio di morire sul lavoro è superiore a quello dei lavoratori con un’età compresa fra i 25 e 34 anni: 25,3 infortuni mortali ogni milione i occupati contro i 15,7. Il dato per i lavoratori anziani è ancor più drammatico: 132,5 infortuni mortali ogni milione di occupati per la fascia di lavoratori oltre i 65 anni e per quelli nella fascia da 55 a 64 un incidenza di 56,5 infortuni mortali ogni milione. Nella nostra provincia, continuano a crescere le malattie professionali, che hanno registrato una forte crescita: 194 casi da gennaio-novembre 2023 contro i 134 casi dello stesso periodo del 2022 pari a +60 casi, per un incremento del 45%, viceversa il trend regionale è del 18,4% e quello nazionale del 20,4%. Se complessivamente gli infortuni sono in calo, desta comunque preoccupazione che nel mese di novembre 2023 si è registrato una ripresa degli accadimenti infortunistici (+8%) e che in generale sia gli infortuni che i casi mortali continuano ad essere eventi che si verificano costantemente nel nostro territorio; inoltre, le malattie professionali hanno avuto un’impennata impressionante. «Per questo – commenta il segretario generale di Cisl Asse del Po, Dino Perboni – riteniamo che si debba mantenere alta e vigile l’attenzione sul tema salute e sicurezza sul modo del lavoro: è necessario rafforzare gli ispettori dell’Ats e dell’Itl in modo da avere più controlli e prevenzione, nonché sanzionare chi non rispetta la legge ed escluderle in modo perpetuo dal sistema del appalti pubblici e privati; premiate le aziende che fanno della salute e sicurezza un primato della loro organizzazione del lavoro, anche introducendo una patente che riconosca a loro il merito; inasprire le pene e le sanzioni a quelle aziende che violano le leggi sulla salute e della sicurezza. Va realizzata una massiva campagna di informazione, prevenzione e la formazione, in particolare per i lavoratori stranieri, per quelli giovani e più anziani; così come vanno rafforzate le forme di coinvolgimento e partecipazione degli Rls (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza – ndr) nei posti di lavoro.
Infine, per accrescere l’educazione a salute e sicurezza, partire dalle scuole superiori, con programmi interattivi e dimostrativi sull’importanza della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Attraverso queste azioni possiamo liberare il lavoro dalla piaga degli infortuni e delle malattie professionali che mina la vita e il futuro delle persone al lavoro».