Lavori in strada, crolla il soffitto con affreschi

MANTOVA – Lavori in corso con tanto di scavi in strada, e inevitabili vibrazioni. Questo all’origine del danno subito da Palazzo Andreasi del Carmine in via Pomponazzo, quando nell’agosto di tre anni fa la Tea dava corso al progetto di ampliamento della rete del teleriscaldamento. E proprio in quei giorni, fra il 20 e 24 agosto 2019 il soffitto affrescato al piano nobile del palazzo gentilizio è crollato. Causa accertata, proprio le vibrazioni prodotte dai macchinari, secondo il verbale stilato in quei giorni dai Vigili del fuoco. Inevitabile la causa intentata dai proprietari dell’immobile, la Leoni Immobiliare, verso la Tea, ma anche verso la società cooperativa Concordia esecutrice dei lavori.
Ma a chi chiedere i danni? Alla Tea o alla ditta esecutrice? Da qui la rischiesta di accesso agli atti inoltrata dai proprietari attraverso l’avvocato Antonio Mannironi. Sono stati chiesti in particolare l’accordo quadro e i due contratti applicativi stipulati dalla Tea con la coop Concordia. Inoltre i danneggiati chiedevano il progetto esecutivo dei lavori, per la parte relativa a via Pomponazzo, il contratto di appalto e l’eventuale documentazione di cantiere, oltre alla documentazione attestante la corretta esecuzione dei lavori e il contratto fra Tea Acque e la ditta appaltatrice.
Nulla da fare: la Tea con nota del responsabile del servizio affari legali il 4 marzo 2021 ha respinto l’istanza di accesso, sottolineando il carattere civilistico della controversia e la conseguente mancanza di documenti amministrativi: come rivelatosi in giudizio, la tesi difensiva della Tea è che le istanze di accesso servirebbero ad acquisire le prove della responsabilità. Ma per la Leoni immobiliare inizia una battaglia al Tar che impone l’esibizione di quelle carte. E il Tar stesso, accogliendo di lì a qualche mese il ricorso, condanna la Tea a produrre la documentazione richiesta, condannando la multiutility anche al pagamento delle spese. Sentenza confermata dal ricorso da parte della Tea al al Consiglio di Stato, che l’ha rigettato una settimana fa.