Provinciali: verso l’election day e la conferma di Carlo Bottani

MANTOVA –  Il capo dello Stato Sergio Mattarella ha lanciato il segnale alcuni giorni fa dall’assemblea dell’Upi, e il governo ha colto l’occasione per «rinnovare e rafforzare le Province», proprio come espresso dal Quirinale. Ed è infatti novità di queste ore il fermo disegno dell’esecutivo di riportare il calendario indietro di diversi anni, ossia a quando la riforma Delrio del 2014 ha di fatto depotenziato questi enti territoriali spogliandoli di deleghe e funzioni.
Secondo le ultime notizie di stampa, assieme alle europee, il prossimo 9 giugno si tornerà a votare anche per le province in un unico “election day”. Così vorrebbe la Lega di Matteo Salvini, incontrando il favore della premier Giorgia Meloni, tutti d’accordo nel ritenere che le Province debbano tornare ad avere un ruolo centrale, soprattutto per quanto concerne la gestione e la manutenzione delle strade, delle scuole e dei servizi legati al trasporto locale.
Il ritorno al vecchio sistema elettivo, con voto popolare, toglie di mezzo insomma il sistema del voto ponderale affidato a sindaci e consiglieri comunali del territorio: un voto cioè differenziato sulla base della portata rappresentativa dei vari Comuni, determinando così il “peso” differenziato del corpo elettorale. A farla breve, il peso elettorale di un amministratore di Mantova vale molto di più rispetto a quello di Comuni minori.
Insomma, si riapre la partita, e se il centrosinistra poteva avere buone speranze di mettere in difficoltà l’attuale presidente Carlo Bottani, il ritorno alla votazione popolare dovrebbe togliere di mezzo molti dubbi. Attualmente, e senza prospettiva di grandi cambiamenti in vista, la maggior parte dei Comuni virgiliani è prerogativa del centrodestra; persino quelli che (come Castel Goffredo, per esempio) hanno visto un ribaltamento di orientamenti alle ultime amministrative. Con il rinnovo di alcuni consigli comunali specie nella Bassa, la maggioranza di Bottani avrebbe potuto correre grossi rischi, specie tenendo conto che già oggi egli conta un solo voto in più della minoranza.
Il ritorno al vecchio sistema dovrebbe avere tolto di mezzo questo rischio. Resta semmai da definire gli orientamenti delle singole componenti dei principali poli e la ripartizione delle forze in campo sullo scacchiere regionale, dove si giocherà la partita delle nomination alla carica di presidente. Una partita il cui esito non tutti dànno per scontato.
Rimarrà Bottani, in quanto presidente uscente, l’uomo di punta del centrodestra? Chi dice sì, e chi dice no. Tutti i soggetti politici cercano ovviamente di ottenere la massima visibilità, e Bottani oggi vicino a Forza Italia, ma nei fatti ex Udc e indipendente, potrebbe incontrare qualche rivendicazione da Lega e Fdi.