Riciclaggio, il blitz passa per Mantova

MANTOVA  C’è un indagato anche a Mantova nell’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Vicenza che ha permesso di sgominare un’organizzazione di riciclatori che ripuliva i proventi delle frodi fiscali di società operanti nel settore dei rottami metallici. Si tratta di un cittadino di nazionalità cinese residente nel Mantovano, attualmente indagato a piede libero, nei cui confronti sono in corso ulteriori accertamenti. Secondo i finanzieri vicentini era uno dei contatti degli “spalloni”, un corriere dell’organizzazione, cui veniva consegnato il denaro riciclato. In almeno un’occasione avrebbe consegnato a uno di questi spalloni, un uomo di nazionalità italiana, 200mila euro in contanti. L’associazione per delinquere operava tra Vicenza, Padova, Verona, Brescia, Mantova, Milano, Prato, Chieti e Roma, con collegamenti in Germania, Slovenia e Cina, ed era composta da 16 persone. L’indagine è partita da un 51enne di Arzignano sospettato di svolgere l’attività di “money mule o spallone” ovvero di trasportare contanti, frutto di frode fiscale, da e verso l’estero. Tramite intercettazioni e indagini bancarie è stata ricostruita l’operatività dell’intero gruppo criminale, che aveva al vertice il 51enne con due coniugi di Gussago nonché da ulteriori 11 complici addetti al trasporto del denaro contante. I contanti trasportati dall’estero verso l’Italia e viceversa in un anno e mezzo, attraverso ben 556 viaggi, ammontano a circa 110 milioni di euro provenienti da frodi fiscali realizzate in particolare, attraverso due società cartiere con sede a Brescia e Roma, che emettevano fatture false volte a dare copertura agli acquisti in nero effettuati da 25 società di Vicenza, Verona, Rovigo, Brescia, Mantova, Bolzano, Alessandria, Roma, Milano e Torino. I clienti saldavano le fatture false attraverso bonifici ai “fornitori/cartiere”, i quali a loro volta bonificavano il denaro ricevuto a favore di una società di Hong Kong e una società belga. Il denaro inviato all’estero veniva successivamente retrocesso ai clienti italiani –con commissione dell’1,5% all’organizzazione, attraverso uno sportello bancario abusivo, la cosiddetta China underground bank, un circuito bancario informale e segreto gestito da un 38enne cittadino cinese di Vigonovo (Ve) che organizzava la consegna del contante ai money mules/spalloni in varie zone d’Italia, tra le quali Mantova.