MANTOVA “È la tristezza generata da un’invidia ad essere la radice dell’ira”. Questa è una delle frasi che il vescovo Marco Busca ha usato nel suo intervento in Duomo per il tema della violenza; un insegnamento tratto dalla storia di Caino ed Abele. Un argomento molto sentito e ricco di attualità quello che viene dal presule che include la situazione bellica in Ucraina e di come i social, strumento che dovrebbe tenerci più connessi, provochi invece l’effetto contrario rendendoci più indifferenti.
«L’anestesia dei sentimenti sociali che parte dal collettivo, è una forma di violenza». Ed è per questo che la folla si è successivamente spostata verso l’esterno conformando un cerchio per manifestare il rifiuto verso l’apatia e il disinteresse. Ma c’è una chiave di speranza nelle parole del vescovo: pazienza e mitezza, sentimenti che spingono poi i presenti, provenienti anche da altre Diocesi, a condividere un sasso, simbolo di aggressività, con una propria impronta in segno di protesta. (g. c.)