Tempo d’Orchestra. Il fascino sinfonico dell’Orchestra Haydn al Teatro Sociale

MANTOVA Una stimolante altalena di atmosfere e contrastanti tinte sonore ha caratterizzato il concerto dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, venerdì sera al Teatro Sociale per la 31esima stagione concertistica Tempo d’Orchestra. Un apprezzato ritorno della storica formazione, già più volte ospite della rassegna organizzata da Oficina OCM, a cui va riconosciuto, oltre al prestigio conquistato in oltre sessant’anni di attività, il merito di saper portare in scena proposte originali affiancando pagine raramente presenti nei programmi di concerto a opere iconiche del repertorio classico. Orientamento confermato anche in questa occasione con l’apertura affidata all’enigmatica rarefazione sonora di Ramifications, composizione del 1969 di György Ligeti (1923-2006). Piccoli frammenti musicali, taluni anche al limite della capacità uditiva, e un latente effetto di dissonanza determinato dalla differenza di intonazione tra le due sezioni di strumenti sono gli elementi costitutivi del breve brano che procede sul sottile filo di un’armonia incerta, volto a creare un suggestivo clima di stratificazione sonora. In netto contrasto la successiva esecuzione del Concerto n. 1 per corno in mi bem. magg. op. 11, creazione giovanile di Richard Strauss (1864-1949), che rappresenta pienamente lo spirito tardoromantico riprendendone il gusto per l’affermazione dello strumento solista nel dialogo con l’orchestra. Colorita l’interpretazione offertane dall’Orchestra Haydn, sollecitata dalla sicura direzione di Francesco Lanzillotta, impreziosita dall’eccellente prova di Andrea Brunati, abilissimo nel destreggiarsi tra i virtuosismi e i colori tipici dello stile di “caccia” di cui il corno è naturale interprete. Piccola sorpresa, un sintetico brano per tre corni per l’applaudito bis di Brunati assieme ai colleghi Alexander Perathoner e Stefano Conti. A testare la duttilità interpretativa dell’Orchestra Hydn, il successivo passaggio alla traccia emotivamente rasserenante della Pastorale d’eté di Arthur Honegger (1892-1955) raffigurata con attenta lettura della relazione tra l’armonioso fluire degli archi e i tratti melodici proposti dai fiati. In un crescendo di espressione della sua dimensione sinfonica, la Haydn ha completato il programma con una spigliata interpretazione della Sinfonia n. 38 in re magg. K 504 “Praga” di W. A. Mozart (1756-1791). Inesauribile il fascino di questa opera vibrante di luminosa inventiva e sublime bellezza, mirabile testimonianza del genio mozartiano. Applausi calorosi, alla fine, per gli apprezzati protagonisti del concerto, a suggellare il successo della piacevole serata. (gmp)