Calcio – Christian Botturi: “Tutti insieme per costruire il nuovo Mantova”

Christian Botturi e Filippo Piccoli
Christian Botturi e Filippo Piccoli

MANTOVA «Mantova e il Mantova hanno bisogno di fatti, concretezza e poche parole». Esordisce così Christian Botturi, nella sua prima conferenza stampa da direttore tecnico dell’Acm. In attesa di fatti e concretezza, ci sono le parole. Tante, tantissime, altrochè. Ma necessarie a presentarsi, a veicolari messaggi. E a trasmettere ai mantovani l’enorme entusiasmo con cui il dirigente bresciano intraprende questa avventura, tornando in viale Te 7 anni dopo l’esperienza come responsabile del settore giovanile.
Le motivazioni – Botturi parte da qui e spiega cosa lo ha spinto a cedere alla corte del presidente Piccoli: «Primo, nella vita bisogna chiudere i cerchi. Nella mia precedente esperienza a Mantova era rimasto qualcosa di incompiuto, di irrisolto. È arrivato il momento di riprendere quel filo. Secondo, se sono qua è perchè c’è Piccoli. È lui che mi ha trasmesso passione, voglia, entusiasmo e affetto verso questa città. Lui mi ha trascinato qua, lui si è messo in gioco coi mantovani. Lui merita di godere. Basta parlare del passato. Guardiamo al presente, che è fatto di sole e qualche nuvola. Con prospettiva bel tempo».
Le due squadre – I successi, secondo Botturi, nascono dalla perfetta interazione tra due componenti: «C’è la squadra fuori dal campo e quella in campo. La prima è composta dall’ambiente, dagli addetti ai lavori, dai dipendenti, dal magazziniere, dagli steward, dalle istituzioni… È questa che crea la mentalità e l’identità della seconda squadra. Che è composta dai giocatori che scendono in campo, dall’allenatore e dal suo staff. E questa bisogna prepararla per la Serie D, perchè il Mantova è in Serie D. Dobbiamo creare una struttura e recuperare credibilità».
L’allenatore – Botturi riferisce che siamo alla stretta finale. L’annuncio è atteso per la prossima settimana. «Umiltà, passione, determinazione. Queste sono le caratteristiche che cerco in un allenatore. Non voglio gente disposta a venire qui in Serie C, ma non in D. E non voglio gente che viene qui semplicemente perchè siamo il Mantova. No, occorre gente motivata, che crede nel progetto e che dà tutto se stesso per il Mantova. Ogni giorno».
I giocatori – Il discorso vale anche per i calciatori. «Le squadre non si fanno con gli album delle figurine. Come per l’allenatore, contano sentimento e idee. A me fa piacere leggere che molti vorrebbero restare, ma non serve essere bravi a parole. Noi cerchiamo gente che voglia veramente il Mantova e sia disposta a dare tutto per questa società e per la sua gente».
La ricostruzione – Il dt non parla esplicitamente di obiettivi. Però individua tre aree all’interno delle quali ci sono dei target da raggiungere. «La prima è l’area sportiva. È chiaro che se saremo in D non abbiamo scelta: servirà armarsi di elmetto, fortuna e capacità per vincere il campionato. Se invece faremo la C (e io ogni giorno prego che qualcosa accada) cercheremo di creare le basi strutturali per un progetto a lungo termine. La seconda area è di natura finanziaria. Il Mantova dev’essere una società sostenibile. Basta stipendi alti, basta contratti onerosi. Se saremo in C dovremo pescare bene tra i giovani (dal 2001 in su), perchè portano minutaggio. Giovani di proprietà che diventeranno patrimonio della società. Infine la terza area: quella sociale. Piccoli si è giocato tanto. Lo stadio è tornato a riempirsi perchè il presidente si è tolto il cuore e ha chiesto ai mantovani: mi date una mano? La risposta è arrivata e questo significa che i mantovani meritano il meglio. Anzi, vi do uno slogan: i mantovani devono tornare a godere!».
Il cambiamento personale – Quello che torna a Mantova dopo 7 anni è un altro Botturi. «Mi chiedete se sono cambiato. Certo che lo sono: questa è una versione 4.0 del Botturi che avete conosciuto prima. Dopo il Mantova ho lavorato per l’Inter, e poi per il Brescia, la squadra della mia città. Qui ho fatto 5 anni, che con un presidente come Cellino equivalgono a 15 (ride). Ho lavorato al fianco di un allenatore come Filippo Inzaghi. Ho imparato tantissimo. Poi ho avuto bisogno di nuove sfide e ho accettato la Pro Sesto, un’esperienza fantastica. Ora torno a Mantova fortificato, maturato e pronto ad affrontare questa nuova prova, con tanta energia. Non mi tirerò mai indietro: ci metto la faccia e il cuore. Se qualcosa sbaglieremo io sono qua, pronto ad assumermi ogni responsabilità».
Insomma, da questa prima uscita pubblica emerge un Christian Botturi fortemente determinato a giocarsi la sua carta. Il presidente Piccoli non smette di elogiarlo, lui sembra consapevole della sfida che ha raccolto e che proverà in tutti i modi a vincere. Ha tre anni di tempo per riuscirci (il contratto scade nel 2026). Ma tutti si augurano, lui per primo, che questo sia solo l’inizio di un lunghissimo percorso. Mantova ne ha maledettamente bisogno.