Belli i giardini e le ciclabili ma mancano le prospettive

MANTOVA Che cosa vuole fare questa città da grande? È l’interrogativo posto dalla Lega mantovana nell’ultima convocazione dell’associazione culturale “Evoluzione” presieduta da Danilo Soragna, che ha chiamato a raccolta le forze organiche al centrodestra per stilare analisi e programmi. Insomma, diagnosi, prognosi e ovviamente cura.
Il bilancio tratto dall’analisi dell’esistente per il segretario leghista cittadino Cristian Pasolini tende a puntare il dito su certe operazioni amministrative del centrosinistra che mitiga con l’apparenza i problemi storici, senza a suo dire risolverne seriamente nessuno.
«Vanno bene i giardini e le ciclabili – commenta il segretario lumbard –, ma l’isolamento della città e le scarse aspettative dei suoi cittadini non offrono alcuna visione prospettica significativa».
Per Pasolini i grandi problemi che affliggono la città, e in conseguenza la sua economia e la sua capacità attrattiva, deerivano principalmente dalle croniche deficienze infrastrutturali: «Possiamo parlare della tangenziale ovest o ai mancati collegamenti del porto di Valdaro con l’Adriatico; oppure parliamo dell’assenza di collegamenti ferroviari o di metropolitane di superficie con le città vicine; per non dire dei collegamenti con i comuni dell’hinterland anche per iniziative turistiche o culturali. Le grandi aspirazioni di un territorio necessitano di collegamenti, sui quali costruire programmi a lungo periodo. È qui che il Comune di Mantova deve mettersi in gioco con le altre realtà amministrative, sia comunali che con la Provincia, con la Regione e con le istituzioni nazionali».
Pasolini insiste sulla condivisione sovra-comunale delle idee, accantonando quella «visione da cortile che il centrosinistra ha dimostrato di avere negli oltre sessant’anni di governo di Mantova. Ma vedo che questo non è nel Dna dei partiti che ci governano da tanti decenni, abituati a comandare in prima persona e a risolvere a risolvere i problemi solo nella ristretta cerchia degli amici».
L’evoluzione politica ha visto per Pasolini affermarsi realtà sempre più di centrodestra. «Con questa logica non si può fare altro che i piccoli servizi di manutenzione che stanno facendo oggi: giardini, aiuole, ciclabili, fontane colorate e concerti… Ma la città si spopola, le imprese chiuderanno, e da qui a vent’anni la popolazione mantovana sarà fatta solo di vecchi», conclude Pasolini.