Cantiere di piazza Don Leoni: trovata l’acqua, e non è neanche quella calda

MANTOVA Sono iniziati da un mese, e già stanno andando a rilento i lavori del sottopassaggio di piazza Don Leoni che dovrebbe risolvere, nelle intenzioni dell’amministrazione, il congestionamento del traffico da via Pitentino e da viale Nuvolari, liberando i flussi veicolari dall’andirivieni di persone dirette alla stazione ferroviaria o in uscita da quella. Motivo?
Non del tutto imprevedibile. I primi scavi hanno denunciato la presenza di acqua già a tre metri dalla superficie stradale. Le benne delle ruspe che stanno lavorando dal lato stazione hanno infatti incontrato la propaggine lacuale già dai primi interventi, oltre che le condutture dei sottoservizi. Stesso problema, insomma, che si era annunciato – ma pare anche risolto – sul lungolago Gonzaga, dove sono in corso i lavori per la realizzazione del parcheggio in struttura dell’Apcoa, e che comunque ha prodotto una dilatazione dei tempi previsti per l’intervento (ben difficilmente, si dice, potrà essere rispettato il cronoprogramma fissato dalle ditte).
A questo punto l’interrogativo che sorge diventa inevitabile: se l’acqua inizia ad affiorare già negli scavi quasi superficiali di tre metri, cosa ci si può attendere, quando le benne inizieranno a scendere ancor più in profondità, dal momento che il tunnel sotto piazza Don Leoni dovrebbe arrivare a una quota di circa 18 metri sotto il livello stradale?
Nelle tempistiche prospettate dalle ferrovie, in capo alle quali è la realizzazione dell’intervento, il sottopassaggio dovrebbe essere realizzato, quantomeno nelle parti strutturali, a prescindere dalle rifiniture, nel giro di un anno e mezzo circa. Ma la dilatazione dei tempi a questo punto parrebbe ragionevole. E nel frattempo tuttavia resta il disagio alla viabilità, dove la strozzatura del cantiere non ha già mancato di produrre lunghe code in tutte le ore del giorno, sia per chi entra, sia per chi esce dalla città.