Carra (Lega): “Lombardia finita in zona rossa per motivi politici”

MANTOVA  Dunque la Lombardia era finita in “zona rossa” per niente. Aveva ragione il governatore Attilio Fontana a non capacitarsi di come, nonostante i dati del Pirellone indicassero un evidente miglioramento della situazione epidemiologica, la regione più popolosa d’Italia fosse stata rispedita in zona rossa. Da ieri si è tornati in “arancione”, ma questo non cancella l’ennesima settimana di agonia vissuta da negozoianti, esercenti e attività produttive. Un errore «inaccettabile» per il segretario provinciale della Lega Antonio Carra. «Il ministro della Salute Roberto Speranza ha come al solito provato ad addossare alla Lombardia la responsabilità dei dati sbagliati, ma stavolta è stato smentito dai dati in possesso dallo stesso Iss e dagli uffici ministeriali – insiste Carra -. Ora mi chiedo chi risarcirà i danni ai cittadini e alle imprese lombarde». L’autogol di Speranza risale a giovedì 21 gennaio, quando si era detto «indisponibile» ad accordi, ribadendo che la Lombardia sarebbe comunque rimasta rossa fino al 31. Venerdì 22 la resa, con la Lombardia tornata arancione. «Non fosse ipocrita, il Governo ammetterebbe candidamente che la Lombardia è sistematicamente vessata e attaccata per motivi politici», attacca il segretario leghista. Che infine ironizzata sull’allargamento ai cosiddetti “responsabili”: «A quanto pare saranno i vari Mastella e il mantovano Tabacci a dettare la linea a Conte, e questo già dice tutto sull’unico scopo dell’Esecutivo: tirare a campare sulla pelle di cittadini e partite Iva». (ma.vin)