Omaggio ad Alessandra Pederzoli, in un libro il suo “inno alla vita”

MANTOVA Una presentazione omaggio a una donna che ha lasciato un messaggio forte. “Al volante della mia vita” (Artioli Editore 1899) è il titolo del libro di Alessandra Pederzoli, mancata il giugno scorso a 48 anni dopo una lunga lotta contro il tumore, presentato allo Spazio Te grazie all’iniziativa congiunta di Tea e Lilt Mantova. All’appuntamento sono intervenuti famigliari e amici della commercialista e docente Unimore. Il momento più emozionante quando a prendere la parola è stata la sorella Annalia. “Questo evento si tiene nel mese della campagna rosa della prevenzione”, ha detto la fondatrice, insieme alla sorella, dello studio Pederzoli a Mirandola, in provincia di Modena, “prevenire è vivere, non è necessario essere malati per cambiare la propria prospettiva di vita e volgerla all’amore”. È stata lei a leggere la lettera del marito di Alessandra, Gian Carlo Muzzarelli, sindaco di Modena. “L’amore può tutto”, la frase che concluso il suo ringraziamento a chi ha voluto l’incontro, in cui si sono alternate voci e testimonianze musicali di Anna Ferrari, Raffaella Galli, Bruna Matoti e Claudio Stefani. “Ho conosciuto Alessandra nel 2016”, ha raccontato il presidente di Tea Massimiliano Ghizzi, “la sua esperienza di vita è un inno alla forza e alla resilienza, alla volontà di creare a dispetto di tutto. È importante raccogliere e divulgare il suo messaggio racchiuso nel titolo del libro: vivere con pienezza la vita, guidare il cambiamento e avere sempre cura degli altri. In due parole: responsabilità sociale”. “Dopo la tempesta c’è sempre l’arcobaleno e nulla è per sempre sono i due lasciti che mi piace ricordare di Alessandra”, ha aggiunto Franco Olivetti, presidente Lilt Mantova. “Gli aspiranti medici devono comprendere la differenza tra qualità reale e qualità percepita”, ha spiegato Laura Scaltriti, medico oncologo, “la prima è il meglio che possiamo dare al paziente, la seconda è ciò che il paziente si aspetta, riguarda cose semplici come il permesso di andare al mare. Il volume, in cui ci sono pagine di solitudine vissuta negli ospedali, dovrebbe diventare un testo di formazione universitaria”. Il libro è dedicato alla figlia Emma.
Tiziana Pikler