La città non si riempie se la si svuota

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MANTOVA Il centro storico di Mantova e le auto sono un conflitto in evoluzione
da almeno un trentennio. Le auto servono ai residenti, ai lavoratori, ai
visitatori ed ai turisti ma per la legge dell’impenetrabilità dei
corpi, non ci stanno tutte in centro storico. Se non esistessero divieti e
norme, le auto sarebbero ovunque: sotto il portico del Ducale, dentro i
portici di corso Umberto, sui prati di piazza virgiliana, dentro il rondò
di piazza Matteotti. È giusto invece che le bellezze naturalistiche,
architettoniche, gli spazi urbani storici e le facciate artistiche
possano essere ammirati da tutti (residenti e turisti) nel loro splendore
senza la violenta presenza di auto. Proprio per questo, a Mantova, da
trent’anni a questa parte le auto vengono sfrattate da quei posti che
non meritano la loro presenza. E quindi nel tempo sono state sfrattate dal
lungolago (chi non ricorda le auto sul prato in fregio alle acque del
lungolago Gonzaga con il simpatico posteggiatore “non regolare”
mantovano perché gli extracomunitari non c’erano ancora). Poi sono
state sfrattate da piazza Erbe, da piazza Sordello, e dalle piazze
Broletto, Mantegna, Marconi e delle Poste. E poi venne il tempo di
sfrattarle da alcune vie: via Broletto, via Battisti, via Goito e
recentemente da corso Umberto e davanti alle facciate importanti di corso
Vittorio Emanuele. Prossimamente da metà corso Vittorio Emanuele (errore!)
e da piazza Alberti. E sicuramente in futuro toccherà ad altre piazzette e
vie storiche. Il tema è riemerso appunto per l’imminente sfratto dalla
citata piazza Alberti. Sbagliato ????? No. È giusto. Il problema però è
che le macchine si possono sfrattare ma non si possono fare sparire. Le
macchine servono ai cittadini di oggi che le ritengono più pratiche dei
cavalli. Se tutti avessimo un cavallo al posto della macchina, ugualmente
la città di Mantova dovrebbe porsi il problema di dove metterli. Ogni casa
e condominio dovrebbe avere un idoneo ricovero, i negozi dovrebbero avere
le staccionate per legarli intanto che facciamo la spesa, eccetera
eccetera. Ma abbiamo invece oggi , nel 2019, le macchine. E allora se
vogliamo che in città restino e si insediano nuove attività lavorative, se
vogliamo che la città sia frequentata da turisti o da visitatori, amici e
parenti, ecco che servono adeguati parcheggi ovunque anche con efficienti
navette. Ma poi ultimo ma non ultimo c’è il problemino dei residenti
che non possono vivere di parcheggi lontani e di navette perché la vita di
una famiglia è fatta di persone anziane, che possono deambulare poco, di
passeggini, di spesa al market, di valigie , di pacchi. E se uno per
andare a casa sua (che so una famiglia con tre bambini) deve posteggiare
in posti dove poi serve navetta, o tanta tanta strada , ecco che se abita
già in quelle zone va via, emigra e senz’altro non viene a scegliere
quel posto per abitarci. E non è un problema da poco, perché si parla
sempre di negozi che chiudono o che non aprono, ma non si sottolinea che i
residenti in centro centro stanno diminuendo: gli anziani restano sino
all’estinzione e i giovani o le famiglie normali non vengono. Morale:
recuperiamo, restauriamo e liberiamo le nostre piazze dalle ingombranti
macchine, ma PRIMA creiamo i parcheggi. Prima e non dopo o mai, altrimenti
il centro si svuota di tutto e tutti.
Nicola Sodano