La confessione di Elena: “L’ho ucciso perché temevo mi ammazzasse lui”

MANTOVA «L’ho ucciso per paura di venire ammazzata da lui per prima». Una frase laconica con cui la 53enne Elena Scaini, davanti agli inquirenti, ha motivato in tutta la sua tragicità l’omicidio del marito Stefano Giaron, 51 anni, rinvenuto cadavere l’altro ieri pomeriggio nell’appartamento di via Mozart 8 e che, da qualche tempo, la coppia condivideva con la madre della vittima, la 79enne Lina Graziati. Parole di autodenuncia connotanti un forte disagio familiare e al contempo, secondo tale versione, di paura per la propria vita a causa dei troppi litigi tra i due, e pronunciate, l’altra notte, nella caserma di via Chiassi, alla presenza degli organi di polizia giudiziaria, del proprio difensore, l’avvocato Fabrizia Baroni del Foro di Mantova assegnatole d’ufficio, e del sostituto procuratore titolare del caso, Carmela Sabatelli. Qualche ora prima, a seguito di una tempestiva indagine coordinata dalla procura di via Poma, i carabinieri del Nucleo investigativo e del Nucleo operativo e radiomobile di Mantova avevano infatti eseguito il fermo di indiziato di delitto della donna, poiché ritenuta responsabile di omicidio volontario perpetrato nei confronti del coniuge convivente. Dopo aver ricevuto le cure dei sanitari, la 53enne è stata quindi immediatamente trasferita nel capoluogo virgiliano dalla località dell’Appennino Modenese dov’era stata rintracciata, e quindi interrogata, nella fattispecie ribadendo e confessando il delitto il movente sarebbe quindi riconducibile a un disagio socio-familiare sommerso acutizzatosi in modo irreparabile nell’ultimo periodo. Stando agli ultimi riscontri investigativi il delitto si sarebbe consumato almeno 48 ore prima del ritrovamento, con tutta probabilità tra la giornata di martedì e mercoledì mattina.
A confutare tale ricostruzione temporale, oltre all’avanzato stato di decomposizione cui versava il cadavere al momento dell’ingresso in casa dei soccorritori, anche, e soprattutto, il fatto che la donna sarebbe stata vista per l’ultima volta sotto casa giusto quel giorno per poi ricomparire a Zocca quella stessa sera. Attorno alle 19 del 7 ottobre, infatti, la presunta omicida, avrebbe telefonato per prenotare una camera al bed and breakfast Malavasi da una pizzeria del piccolo centro modenese, ove si era fermata a cena. Infine l’arrivo nella struttura ricettiva poco prima di mezzanotte. Nei prossimi giorni, nelle sale mortuarie dell’ospedale di Pieve di Coriano, verrà invece eseguita l’autopsia sul corpo della vittima per stabilire con maggiore precisione le cause della morte. Mentre domani mattina, nel casa circondariale di via Poma si terrà l’interrogatorio di convalida del fermo della donna da parte del gip di turno.
Lorenzo Neri