Diffamazione a mezzo stampa, 2° processo Buzzago a Venezia

MANTOVA Spetterà al giudice per le indagini preliminari di Venezia e non a quello di Mantova. la decisione circa l’eventuale, ulteriore, rinvio a giudizio per stalking e diffamazione a mezzo stampa, così come avanzato a suo tempo dal pubblico ministero virgiliano Giulio Tamburini, nei confronti di Lorena Buzzago, già condannata due anni fa per atti persecutori perpetrati ai danni del sindaco di Mantova Mattia Palazzi e del consigliere comunale Pierluigi Baschieri nonchè poi finita nell’occhio del ciclone per il libro scandalo “50 e più… sfumature di giallo”.
A statuirlo, lo stesso gip virgiliano Arianna Busato che ieri mattina, a scioglimento della riserva presa in via preliminare, ha accolto l’eccezione sollevata poco più di un mese fa dal difensore della 52enne ex maestra comunale, in merito alla propria incompetenza territoriale. Nello specifico, stando a quanto sostenuto dal legale della donna, l’avvocato Beatrice Lombardo, questo nuovo procedimento penale, così come altri appartenenti al medesimo filone giudiziario e inerenti per l’appunto quanto contenuto nel volume dato alle stampe clandestinamente nel maggio 2019, non si sarebbe dovuto instaurare (come alla fine avallato dallo stesso giudice) innanzi al tribunale di via Poma ma bensì a quello Venezia, in quanto il secondo specificatamente competente per materia nel caso di magistrati coinvolti in un’indagine – quali indagati, imputati o persone offese – e atto, a fronte di più procedimenti fra loro connessi, ad assorbire gli altri ritenuti a loro volta ad esso subordinati. Ed è proprio giustappunto in riferimento ad un preciso caso di specie, ancora in fase preliminare innanzi al gip lagunare e attinente i medesimi capi d’accusa addebitati all’indagata, ma con stavolta parti offese del reato di diffamazione a mezzo stampa, sia il procuratore capo di Mantova Manuela Fasolato che il sostituto Giacomo Pestelli, all’epoca in forza alla procura di via Poma, che la difesa si era subito appellata al fine di rinviare sotto l’egida di un unico organo giudicante (a cui spetterà altresì l’eventuale decisione di riunirli o meno in un unico faldone) due processi pendenti tra loro collegati. Entrambi i magistrati infatti, sempre secondo gli inquirenti, sarebbero stati fatti oggetto di menzione in specifici paragrafi della pubblicazione illegale, in modo del tutto lesivo della loro reputazione professionale. Nello specifico alla prima era stata rivolta l’accusa di aver partecipato ad una cena ove si sarebbe decisa l’archiviazione delle imputazioni a carico di Palazzi, mentre il secondo per aver sempre archiviato le denunce presentate dalla stessa Buzzago.
Procedimento quest’ultimo, come detto, apertosi di recente davanti all’ufficio del gip veneziano che in questi giorni fra l’altro ha già disposto il conferimento di un incarico peritale a carico della 52enne, atto a stabilire al momento dei fatti a lei contestati la propria effettiva capacità di intendere e volere, In questo caso le operazioni, tramite colloqui, saranno avviate dal consulente tecnico a inizio dicembre, con discussione del relativo esito fissata invece, in contraddittorio tra le parti, per il prossimo mese di marzo. Per quanto concerne quindi il giudizio “gemello” traslato a Venezia questo vede invece nel novero delle persone offese il questore di Mantova Paolo Sartori, il consigliere regionale di maggioranza Alessandra Cappellari, gli ex assessore e consigliere del Comune di Mantova Marianna Pavesi e Francesca Andreatta, l’ancora in carica consigliere comunale d’opposizione Pierluigi Baschieri, la presidente della società consortile “Riso in fiera” Eleonora Benedini, nonchè pubblici esercenti del centro storico cittadino come Graziella Zanini e Natascia Turra.