Ragazze molestate in autobus, parla l’autista intervenuto in loro difesa: non è la prima volta. Ormai è una giungla

Immagine d'archivio

MANTOVA «Erano in quattro, ma solo uno di loro molestava le ragazze. Li ho affrontati e li ho fatti scendere mentre aspettavo che arrivasse la Polizia. Se ho avuto paura? Un po’ si, però ho pensato che quella due ragazze potevano essere mie figlie e così ho deciso di intervenire». A parlare è l’autista dell’autobus sul quale martedì scorso un 30enne straniero ha palpeggiato una ragazza dopo averne molestata un’altra (vedi l’articolo qui) «Purtroppo chi fa il mio lavoro a queste situazioni è abituato», aggiunge, spiegando che fatti del genere sono all’ordine del giorno, «solo che non se ne parla». Ci sono episodi gravi come quello di martedì scorso che ha portato all’arresto del molestatore per violenza sessuale (l’uomo, un 30enne africano dovrebbe essere in carcere ma per il momento non risulta che l’arresto sia stato convalidato, ndr), e ci sono episodi meno gravi da punto di vista penale che però denotano una situazione di degrado per chi viaggia sui mezzi pubblici. Gente che sale sistematicamente senza biglietto occupando i posti a sedere a scapito da chi il biglietto invece lo paga, e che poi lascia rifiuti e sporcizia sulle vetture. Le linee urbane più a rischio sarebbero la 4 la 12 e la 6 e stando a quanto risulta a creare guai sarebbero prevalentemente se non esclusivamente degli stranieri. «È una giungla – aggiunge l’autista -, e ormai quando vediamo certi personaggi salire non chiediamo neanche più il biglietto per non rischiare di essere aggrediti. Questi hanno talmente paura delle conseguenze che mentre ti passano di fianco ti soffiano in faccia il fumo della sigaretta», che tengono rigorosamente accesa.

La ricostruzione dell’episodio di martedì scorso.

Martedì scorso 31 ottobre, serata di Halloween. La prima ragazza, una 18enne italiana, l’avrebbe molestata alla fermata di via Bonomi. La stessa giovane avrebbe poi raccontato di essere stata avvicinata da questo 30enne poi arrestato che l’avrebbe presa per un braccio e quindi tentato di baciarla. Lei si era divincolata ed era salita sull’autobus seguita dal molestatore e da altri tre stranieri che erano con lui. Una volta a bordo il 30enne africano cambiava obiettivo, puntando una ragazza di origini straniere che era salita in corso Libertà. Poco dopo la giovane si spostava verso la parte anteriore dell’autobus perché lo straniero aveva cominciato a palpeggiarla nelle parti intime. Visto che quello la seguiva e non ne voleva sapere di lasciarla in pace, la ragazza chiedeva aiuto all’autista. A quel punto il molestatore avrebbe iniziato a insultarla e a inveirle contro, e lei per la paura non riusciva a chiamare il 112. Intanto sull’autobus la situazione diventava sempre più tesa e per evitare che degenerasse l’autista fermava il mezzo lungo il ponte di San Giorgio, quindi apriva le porte centrali per fare scendere i quattro stranieri e nel contempo chiamava la Polizia, beccandosi gli insulti e le minacce del 30enne. Raggiunto dalle Volanti all’altezza di Sparafucile, l’autista forniva una descrizione precisa dell’autore delle molestie che poco dopo veniva bloccato non senza fatica e arrestato.