Rapine in bar, market e farmacie: in manette la banda dei 3

MANTOVA  Con i volti travisati da passamontagna al fine di rendersi irriconoscibili e brandendo grossi coltelli o mazze di ferro per minacciare e intimorire i presenti, facevano irruzione in farmacie, bar o supermercati. E tramite azioni rapide ed aggressive arraffavano i soldi contenuti nei registratori di cassa per poi darsi alla fuga. Una banda di presunti rapinatori è stata sgominata dai carabinieri di Cerea che, in esecuzione di un’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Verona su richiesta della locale Procura, hanno arrestato tre uomini mentre un quarto complice, identificato dai militari risulta invece indagato a piede libero. I tre finiti in manette sono due cittadini italiani, uno di 22 e l’altro di 23 anni, entrambi residenti in provincia di Verona, ed un cittadino romeno 27enne residente in provincia di Mantova.

I tre arrestati sono gravemente indiziati di essere autori di quattro rapine commesse nel Veronese lo scorso mese di gennaio. Per questo la procura scaligera ha chiesto nei loro confronti la misura custodiale in carcere. E al termine delle formalità di rito, i tre sono stati condotti nel carcere di Montorio dai carabinieri di Cerea.

Le indagini, svolte dai carabinieri della stazione di Cerea con il supporto del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Legnago e dirette dalla Procura di Verona, sono iniziate a seguito della rapina occorsa lo scorso 19 gennaio a Cerea, perpetrata ai danni della farmacia della frazione Cherubine. Gli accertamenti effettuati hanno consentito ai militari di raccogliere importanti elementi investigativi, anche grazie alle convergenze investigative con i carabinieri delle compagnie di Villafranca e Peschiera del Garda, che hanno consentito non solo di identificarne gli autori, ma altresì di raccogliere nei loro confronti gravi indizi di colpevolezza in relazione ad altre tre rapine, consumate o tentate a Bussolengo, Vigasio e Isola della Scala, nonché consentire all’autorità giudiziaria scaligera di emettere una misura cautelare personale, eseguita dai militari dell’Arma.