Tonino, l’Onorevole? “Sono il prof. Zaniboni”

MANTOVA Aveva un ufficio piccolo ed essenziale nel dedalo dei locali della segreteria provinciale della DC di Mantova in Galleria San Maurizio, zona piazza 80° Fanteria, a due passi dal Sociale. Ero lì per un’intervista per il giornale e lui l’Onorevole Antonino Zaniboni, per quasi tutti Tonino, rispondeva al telefono, prendeva appunti, si lisciava la barba e il pizzetto. Ricordo che ad uno squillo, rimbalzato da un centralino immagino, rispose: “Sono il professore Zaniboni”.
Era orgoglioso di essere un professore, gli piaceva farsi chiamare professore. In fondo lui Tonino Zaniboni è sempre stato un insegnante, insegnante di lettere, di storia, di politica e di politica economica, in particolare negli anni di guida della Camera di Commercio di Mantova, e docente in servizio permanente effettivo di impegno civile e civico.

Siamo diventati con agli anni anche amici, molto amici. Negli anni Ottanta e primissimi Novanta abbiamo fatto interviste e pubblicazioni di respiro e di pensiero come a lui piaceva definirle. Mi volle a dirigere un giornale che nei primi Anni Novanta fondò con la voglia di mettere attorno ad un cenacolo culturale sensibilità e competenze, esperienze e professioni: si chiamava Agorà, la piazza civica di storia classica memoria, e per la sua formazione classica era la celebrazione dell’unione tra impegno e bisogno, tra partecipazione e riflessione.

L’ho visto all’opera a Roma e a Mantova, in congressi e convegni, alla Camera e in ufficio ai Gruppi Palazzo di Montecitorio, alla Camera di commercio e al bar, in riunioni e cene, e fuori da ogni protocollo: Antonino era sempre lui, curioso e impegnato, analitico e a volte pure ironico. La gente, il cittadino, la piazza, la partecipazione, la condivisione: così si spiega anche una delle sue citazioni più rinomate e frequenti. “Socrate chiedeva ad un cittadino di Atene: pensa bene quel che è giusto tu faccia per la città. Poi fallo”.

E Zaniboni si proponeva questo per Mantova e per l’Italia, per i centri culturali che fondava e presiedeva e per il giornale che gli era capitato di dirigere La Discussione, una storia di pensiero e di azione.
Ho molti ricordi personali che conservo come cimeli di memoria come quella volta più di quarant’anni fa, quando mi regalò una agendina della Camera per il 1983 e mi disse così puoi segnarti meglio i tuoi impegni. La conservo ancora, ovviamente e ogni tanto la sfoglio come un cimelio. Oppure quando quella volta sono andato a casa sua in campagna, nella casa dei genitori, corte agricola in via Pasine a Sailetto, luogo di radici e di anima. Era una domenica pomeriggio, mi pare, e trovai parenti ed amici in cortile a parlare come un’agorà nostrana, come in certi quadri di Dino Villani o in certi racconti di Renato Bonaglia, perché il tratto è quello, di gente del Po, di donne e uomini con l’abitudine al ragionamento e all’azione, dove pensiero, opere e missioni sono le facce di quella grande medaglia cangiante e cagionevole che è la vita. Venne al mio matrimonio e mia mamma era emozionata e io la rassicurai facendo una battuta scherzosa: “Mamma è un onorevole ma è sempre un essere umano”.

Nelle riunioni di redazione faceva una piccola introduzione e poi faceva fare un giro di interventi a tutti, ma proprio tutti, ascoltando con molta attenzione e in silenzio, mica da tutti, e alla fine tracciava qualche linea operativa per fare, per scrivere, per progettare.
L’ho visto all’opera a Montecitorio come vice presidente del Gruppo dei Deputati, vice di Martinazzoli, incarico vicario di parecchio peso all’epoca, ed emergevano anche le sue doti organizzative e di pianificazione. Scriveva appunti per gli interventi con la penna stilografica con inchiostro nero, e si capiva che quel tipo di scrittura lo aiutava a pensare e a riflettere, a ragionare tra una parola e l’altra, da una frase all’altra. Ecco, osservare e ragionare.

Lo faceva anche in posti e momenti di riposo, di relax. Vidi Tonino, una delle ultime volte, alla Festa Paesana di San Prospero, per una cena sotto il tendone della Polisportiva, un po’ sofferente ma sempre protagonista del dialogo e della riflessione, nel saluto veloce come nel colloquio più lungo.
Voglia di capire e di spiegare fino all’ultimo, fino all’ultimo professore. Incarichi, impegni, titoli e responsabilità hanno accompagnato quarant’anni di storia mantovana e nazionale e ben conosciuti.

Meno nota e per questo vale la pena di ricordare qualche titolo la sua attività di autore e di scrittore non solo di filosofia e storia ma anche di economia del territorio. Mi ha colpito moltissimo riscontrare una sua opera di vent’anni fa sul tema del rapporto economico e sociale tra le province di Mantova, Ferrara, Rovigo e Ravenna, il cosiddetto Oriente Padano nelle cui potenzialità economiche e sociali Tonino Zaniboni credeva moltissimo. Ecco i riferimenti specifici Antonino Zaniboni e Sinopsis Lab (a cura di), Atlante economico e sociale di area vasta: Ferrara, Mantova, Ravenna e Rovigo, l’Oriente Padano, Ferrara, CDS, 2006, ISBN 88-95014-00-6.

Ho tenuto sulla scrivania di Bologna per tanto tempo il suo libretto di pensieri Nel cerchio della luna, Antonino Zaniboni, Nel cerchio della luna, Verona, Cierre, 1994, ISBN 8885923879.

E voglio infine ricordare alcune sue opere di analisi e di racconto territoriale avendo ben capito il ruolo e la forza delle province e delle cosiddette realtà di confine forse geografico ma di centralità sociale ed econimica, dalla Padania alla Sicilia. Eccone i riferimenti Aldo Bonomi, Massimo Cacciari e Giuseppe De Rita, Che fine ha fatto la borghesia?, a cura di Antonino Zaniboni, Torino, Einaudi Gli struzzi, 2004, ISBN 9788806175535.Antonino Zaniboni e Sinopsis Lab (a cura di), I Gonzaga del Po. Un Territorio interprovinciale caratterizzato, Parma, Edicta, 2007.Antonino Zaniboni e Sinopsis Lab, I Territori riabitati. Un percorso dalla Padania alla Sicilia, Milano, Franco Angeli, 2008, ISBN 9788846499929. Moderno lo sguardo finale dell’ex onorevole che diventa ricercatore e analizzatore di segni ed evoluzioni. Da professore della vita. Grazie Tonino.
*A 10 anni dalla scomparsa (15 gennaio 2014) ad Antonino Zaniboni è dedicato un incontro al Teatro Dante di Suzzara venerdì 19 gennaio alle 20:45 con Bruno Tabacci, Pierluigi Castagnetti, Carlo Prandi, mons. Paolo Gibelli, Gianmarco Carra, Paolo Lomellini.